Robot del cuore: può essere considerato un’alternativa al trapianto?
Il progresso scientifico ha raggiunto oggi un notevole sviluppo, rendendo dunque possibile l’attuazione pratica di diverse teorie contro l’insufficienza cardiaca.
Si tratta di una patologia che colpisce solitamente il ventricolo sinistro, ma può estendersi ad ogni parte del cuore, con conseguente riduzione della gittata cardiaca; i tessuti periferici vanno, così, in carenza di ossigeno e di nutrienti, perché il cuore non riesce a pompare il sangue con sufficiente potenza.
Le cause più comuni dell’insufficienza cardiaca sono eventi gravi – tra cui infarti e ischemie, ma anche patologie congenite – che danneggiano il cuore. L’insufficienza cardiaca può coinvolgere la parte sinistra del cuore, quella destra o entrambe.
Spesso, non è possibile mutare le condizioni di salute che inducono l’insufficienza cardiaca, ma il disturbo può essere gestito con un’adeguata terapia farmacologica, un impianto di pacemaker, o, nei casi più gravi, con un trapianto di cuore. Ultimamente, però, si inizia a prendere in considerazione un’altra soluzione; un team di ricercatori dell’Università di Harvard e del Boston Children’s Hospital sta sviluppando, infatti, un morbido “Robot del cuore”, un dispositivo realizzato in plastica e gomma speciali, in grado di avvolgere l’organo cardiaco, aiutandolo a pompare sangue, stringendolo e favorendone il corretto funzionamento. Questi materiali – il più possibile simili a quelli dello strato esterno dell’organo – sono impiegati per evitare qualsiasi tipo di infezione dovuta al contatto con dispositivi esterni, il cui impianto comporta sempre dei rischi.
A differenza dei pacemaker o altri oggetti, inoltre, questo robot agisce solo sulla parte malata del cuore, lasciando libera e intatta la zona che non deve essere trattata. L’apparato è formato da una “manica” esterna, che avvolge il cuore, e da un ancoraggio interno, che sostiene il setto interventricolare, la parete muscolare che separa il ventricolo destro dal sinistro.
Per far circolare efficacemente il sangue, il robot utilizza aria compressa da una pompa esterna, alimentabile da qualsiasi fonte elettrica; quest’ultima è costituita, al momento, da una presa a muro, ragion per cui si sta valutando l’utilizzo di un sistema di batteria portatile.
Fino ad oggi, il dispositivo è stato testato soltanto su animali. In particolare – stando alle ultime ricerche – nei maiali, il cui cuore batteva solo al 47%, il robot ha ripristinato le funzioni al 97%.
Dunque, se la tecnica si dimostrerà sufficientemente valida per gli esseri umani, potrebbe rappresentare la migliore alternativa salvavita per i pazienti che soffrono di insufficienza cardiaca, poiché, infatti, il grande vantaggio di questo impianto robotico sta nella sua abilità nell’intervenire sul malfunzionamento senza entrare in contatto col sangue, riducendo così il rischio di coagulazione ed infezione.
(Fonti: https://focustech.it/, http://www.my-personaltrainer.it/, video youtube.com)
Interessante, la scienza sta ormai raggiungendo traguardi enormi e sicuramente in futuro questa e molte altre soluzioni potranno essere sfruttate per risolvere patologie e problemi vari. È utile parlarne ed analizzarne i possibili benefici e spero che nuovi articoli sul tema vengano trattati dal vostro giornale. Articolo godibile, complimenti alle due giovani autrici.
Grazie mille, continui a seguirci!