Ricordiamoci della poesia. Incontro con Bianca Maria Frabotta

Ricordiamoci della poesia, gente. La poesia non è morta.

La poesia nasce prima della scrittura tramite componimenti orali, usati come rituali religiosi, o come mezzo per tramandare la storia, le tradizioni di un popolo o per predirne il futuro. Ma non è solo questo. La poesia è una forma d’arte, un componimento in versi in cui il significato semantico si lega al suono musicale dei fonemi; essa ha quindi in sé alcune qualità della musica e riesce a trasmettere concetti e stati d’animo in maniera più potente e diretta.

Si è soliti paragonare la musica alla poesia, e quindi i cantautori ai poeti. Tuttavia la parola stessa è musica e le parole nella canzone finiscono per annullarsi perchè non veramente ascoltate.

Queste le parole con cui Fabrizio Fantoni, critico letterario e organizzatore di eventi culturali, accoglie, il primo febbraio 2018 alla Biblioteca Comunale di Ladispoli, i giovani d’oggi, la società di domani.

Ma a che cosa serve veramente la poesia? Fantoni ce lo ricorda affermando che riesce a dare consapevolezza di sé e di ciò che si ha intorno e proprio per questo è necessario ricercarla.
Ed è qui che interviene Biancamaria Frabotta, poetessa, scrittrice, giornalista e docente universitaria italiana, che si presenta leggendo la sua poesia Che cosa sono i poeti. La particolarità di B. Frabotta è proprio il saper unire la musicalità della parola al suo libero pensiero: Io sono poetessa e intera non appartengo a nessuno (Il rumore bianco). Segue la lettura di altre sue poesie quali le Lettere a Giovanna Sicari e La luna e le sue fasi, accompagnata dagli intermezzi musicali di Brunello Tirozzi e Luciano Fabris, finalizzati ad accostare la musicalità delle parole alla musica stessa.

L’incontro aveva come scopo omaggiare la poesia, perchè ritenuta dimenticata o abbandonata. Ma si può veramente relegare la poesia al passato e giudicarla come qualcosa di superfluo, e quasi inutile, nella società odierna in cui le parole sono sempre più difficili da trovare? L’arte è sempre più costretta a farsi spettacolo per sopravvivere al soffocamento delle tecnologie e così la parola perde sempre più il proprio valore evocativo. Dunque,dovete sapere che la poesia non appartiene solo al passato e Frabotta ne è la prova. La poetessa incoraggia tutti a frequentare la poesia contemporanea, che maturata dopo secoli, è sempre più personale, libera e forse più vicina a noi. Lei stessa afferma che iniziò ad appassionarsi alla poesia all’età di sedici anni leggendo una raccolta di un poeta contemporaneo.

Studiamo la poesia classica, ma studiamo anche quella moderna perchè, gente, la poesia è per tutti e tutti possono scriver poesie. Sì, anche voi che state leggendo. Ciò che la rende unica è l’emozione che riesce a conferire alle parole e i concetti che essa riesce ad esprimere.
Gente, la poesie non è morta. La poesia è eterna.

Fonte: Immagine in evidenza

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