Incrociare un libro: bookcrossing a Ladispoli

Dicono che la lettura di un buon libro apra la mente, che faccia viaggiare più di un biglietto aereo, che porti in terre lontane e con compagni diversi. E se per una volta a viaggiare non fosse il lettore, bensì il libro stesso?

Nota con il termine di bookcrossing è l’iniziativa che ha come obiettivo il riavvicinamento delle persone al mondo della lettura.

Così come ci suggerisce proprio il nome, “incrociare un libro”, il tutto avviene attraverso la libera circolazione gratuita di volumi messi a disposizione da un ente. I libri vengono“parcheggiati” in diversi luoghi di una città, in attesa di essere trovati e letti. La particolarità della cosa sta però nel fatto che i suddetti libri vengano resi “tracciabili” grazie a un sistema di codici, che rende quindi possibile individuarne la posizione.

Romanzi, saggi, libri di testo scolastici e universitari lasciano un caldo, ma polveroso scaffale e vanno in cerca di un nuovo proprietario (nel caso in cui il “ritrovatore” decida di tenere il libro per ampliare la libreria di casa) o dell’ennesima avventura itinerante (qualora invece si scelga di leggere il volume per poi lasciarlo nuovamente in giro).

Fare bookcrossing non vuol dire solo prendere con sé un libro trovato in strada, ma anche donarlo. Entrare nel meccanismo è facile: prima di tutto è però necessario iscriversi al sito e “registrare” il volume in questione inserendone i dati (autore, titolo, etc…) così da ricevere il codice che andrà poi segnato sul libro stesso.

Il bookcrossing nasce il 17aprile del 2001 nella capitale texana Austin, negli USA, grazie alla brillante idea di Ron Hornbaker e di sua moglie Kaori, cofondatori del sito web bookcrossing.com, che si ispira al sistema di tracciabilità della rete. Nel 2013 il sito contava più di 1.644.000 iscritti, di cui 26.200 italiani, e quasi 10.000.000 di libri registrati. Tra le città della nostra penisola aderenti all’iniziativa, Milano regna incontrastata, seguita da Roma, Torino, Genova, Napoli e Padova.

Anche Ladispoli, nel suo piccolo, partecipa al bookcrossing grazie alla biblioteca comunale “Peppino Impastato” che ha donato ben 70 tomi e li ha sparsi negli angoli più disparati della città. Possono essere ben visibili, come quelli presenti in una cassetta nel sottopassaggio della stazione in prossimità del binario 5, oppure nascosti, come quelli ritrovati tra i rami di un albero nei pressi di via Rapallo o in un carrello dell’Eurospin di Palo Laziale.

Il bookcrossing è un’occasione civica e culturale che permette di ampliare la propria conoscenza in modo del tutto gratuito, proprio come farebbe una biblioteca, ma rendendo l’esperienza più piacevole con l’espediente del gioco, in una sorta di caccia al tesoro o “caccia al libro”.

Ovunque vengano visti e presi, la parola d’ordine è solo una: “Non buttarli, sarebbe una sconfitta”. È doveroso fermarsi a riflettere su queste parole, perché sì, sprecare questa iniziativa sarebbe non solo un atto da ignoranti (nel senso letterale del termine) poiché buttare via un libro significa ignorare giorni, se non anni di lavoro e idee di un’altra persona, ma anche l’ennesima sconfitta di una civiltà a cui di civile resta ben poco. 

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