“Sono sempre più facilmente disgustato dal fatto che stiamo vivendo in questa società impegnata a farci spendere più di quanto abbiamo, o più di quanto dovremmo, per cose di cui non abbiamo realmente bisogno o che vogliamo, e che inoltre ci sta uccidendo lentamente mentre ci riempie tutte le discariche e fa cantare sempre meno gli uccelli.”
Così scrisse John Updike, scrittore e critico letterario statunitense morto nella sua casa di Beverly Farms il 27 gennaio del 2009 dopo una lunga battaglia contro il cancro ai polmoni.
È dimostrato che questa malattia si manifesta particolarmente nei territori dove viene riscontrato un elevato inquinamento atmosferico.
È inevitabile citare la “terra dei fuochi”, in Campania; una zona così denominata a causa dell’incenerimento illegale dei rifiuti vicino ai centri abitati. Secondo le ricerche condotte dall’ASL 2 di Napoli, che riportano i dati del registro tumori di questi territori, si evidenziano 165 casi di cancro infantile ogni milione di abitanti, una quota molto più elevata della media nazionale.
Naturalmente il cancro non è l’unica malattia legata all’inquinamento dell’ambiente. Dipendono da esso anche le malattie cardiovascolari e respiratorie, alle quali sono esposti tutti, ma in particolare i bambini e gli anziani.
Dall’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria dell’Agenzia UE per l’ambiente, si evince che il nostro Paese è il primo per le morti da biossido d’azoto (20500) e per l’ozono (3200), e che l’aspettativa di vita alla nascita si è accorciata di circa 14 mesi.
L’ OMS ha stimato che, ogni giorno, nel mondo, circa il 90% di bambini sotto i 15 anni respira aria inquinata, causa di 600 mila morti infantili.
L’inquinamento, atmosferico o ambientale, è il pericolo che costituisce il maggiore rischio non solo per la salute dell’uomo ma anche per la flora e la fauna.
In nome dell’economia approviamo lo sfruttamento di ogni cosa e l’inquinamento dell’ambiente che ne deriva: industria, raffinerie petrolifere, impianti di incenerimento dei rifiuti, centrali termoelettriche, lavorazione del ferro e della plastica, traffico automobilistico.
Da tali attività economiche deriva un’ impressionante produzione di sostanze tossiche che si diffondono non solo nell’atmosfera (gas, polveri sottili) ma anche nel terreno e nelle falde acquifere, provocando gravi malattie negli esseri viventi.
Purtroppo il problema dell’inquinamento è da tempo tema di discussione anche a livello mondiale, ma ancora non si riesce a trovare una soluzione efficace che possa rendere le statistiche meno allarmanti.
Lo scrittore Fedor Michajlovic Dostoevskij affermava: “Amate gli animali: Dio ha donato loro i rudimenti del pensiero e una gioia imperturbata. Non siate voi a turbarla, non li maltrattate, non privateli della loro gioia, non contrastate il pensiero divino. Uomo, non ti vantare di superiorità nei confronti degli animali: essi sono senza peccato, mentre tu, con tutta la tua grandezza, insozzi la terra con la tua comparsa su di essa e lasci la tua orma putrida dietro di te; purtroppo questo è vero per quasi tutti noi.” Il nostro compito adesso è quello di giungere al più presto a una soluzione sostenibile e salutare e, se Dostoevskij fosse vivo, di dimostrare che l’uomo è capace di non lasciare la propria “orma putrida”, bensì di risolvere, con le sue nuove conoscenze, problematiche rilevanti come quella dell’inquinamento.
A noi tocca decidere se è possibile credere ad un’economia che tenga conto nella giusta misura degli effetti ambientali o se, in nome di quella stessa economia, vogliamo che la salute sia un elemento di secondaria importanza rispetto al profitto.
Ce la faremo mai a comprendere che lo sviluppo economico non deve compromettere l’equilibrio della natura, la salute della gente, il rispetto della Terra?