Baby, la serie: tra finzione e realtà

Su Netflix è disponibile da tempo la serie televisiva-scandalo Baby, diretta da Andrea De Sica e Anna Negri e ispirata allo scandalo delle “baby squillo” dei Parioli. Si rifà alle vicende delle due giovani protagoniste del fatto di cronaca in questione, proponendone un adattamento cinematografico: la storia di Chiara e Ludovica. Ma quanto c’è di reale e non romanzato, rispetto allo scandalo dei Parioli? Molti media – e in parte la stessa serie televisiva – hanno dipinto le due ragazze come avide arrampicatrici sociali, disposte a tutto per il mero profitto; come sempre, invece, se approfondita, la realtà si rivelerebbe molto più complessa.

Ludovica (interpretata da Alice Pagani), in una scena della serie tv


Quando la polizia e la legge intervennero, le reali protagoniste dello scandalo avevano rispettivamente quattordici e quindici anni e non sedici, come i personaggi della serie citata. Il background delle due adolescenti del fatto reale, inoltre, era profondamente diverso da quello proposto da Netflix, giacché esse avrebbero avuto forti dipendenze da droghe pesanti già dodicenni, oltre al fatto che una delle due aveva condizioni familiari ed economiche notevolmente  instabili.
Secondo le intercettazioni della polizia postale, inoltre, la madre di una delle due ragazze sarebbe risultata in parte complice della prostituzione della figlia, che avrebbe addirittura obbligato in alcune situazioni a prostituirsi – per ottenere il denaro con cui poter pagare le bollette – andando  contro il volere della ragazza stessa, la quale, preoccupata  per il proprio andamento scolastico, avrebbe supplicato la madre di poter rimanere a casa per potersi meglio dedicare allo studio.
È evidente che i media e la serie televisiva stessa abbiano cercato di cavalcare l’onda della “trasgressione” per accaparrarsi, così, “una fetta” di pubblico più ampia, distorcendo la realtà e lucrando su un fatto tragico che, nonostante la buona riuscita cinematografica, una volta romanzato resta tale: due adolescenti, ingenue e sfruttate nella loro femminilità da uomini adulti senza scrupoli.

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