Meno plastica negli oceani grazie a un ingegnere di Ladispoli

Alla fine di gennaio, i tg e i quotidiani nazionali hanno dato una notizia bellissima: grazie ad un’ idea semplice e rivoluzionaria, i dieci fiumi più inquinati del mondo potranno tornare puliti e non scaricheranno più plastica negli oceani. A Ladispoli questa notizia è stata rilanciata ancora di più, sia sui social, sia con il passaparola tradizionale, perché uno dei due giovani ingegneri che hanno messo a punto il sistema che aiuterà l’ambiente è Mauro Nardocci, cresciuto a Ladispoli e diplomato al Liceo “Sandro Pertini”.

Mauro vive a New York, dove lavora alla start up che ha creato insieme a un altro ingegnere di Faenza, Fabio Dalmonte. La loro idea si chiama SeaDS, dove DS sta per Defence Solutions. Soluzioni che difenderanno il mare, dunque. Il sistema che hanno messo a punto è semplice ed economico e promette di eliminare gran parte della plastica che finisce in mare.

Le barriere capaci di intercettare la plastica nei fiumi

L’idea del progetto è nata da uno studio effettuato in collaborazione con la “University of the West of Scotland” e la “Universitas Indonesia”, e sviluppato a Jakarta 4 anni fa. L’obiettivo era valutare lo stato dell’inquinamento dei fiumi locali e la situazione della gestione rifiuti per poi proporre opzioni migliorative. Durante questo periodo, Fabio Dalmonte ha potuto constatare lo stato di inquinamento dei fiumi e la quantità di plastica che veniva trasportata verso il mare, ed ha iniziato, poi, a cercare una soluzione sostenibile.

L’idea è geniale e semplice al tempo stesso: installare delle barriere sui 10 fiumi più inquinanti al mondo, che trasportano quasi il 70% di tutta la plastica che finisce negli oceani. Le barriere possono essere installate in qualsiasi fiume, anche in Italia, ma ripulendo i 10 corsi d’acqua che trasportano più plastica si garantirebbe il maggior impatto globale nel minor tempo e col minor investimento possibile.

Un’ altra caratteristica del progetto si basa sulla partecipazione delle comunità locali: quando la plastica viene intercettata dalle barriere e giunge a riva, gli abitanti del posto raccoglieranno i rifiuti e li venderanno, traendone profitto.

Mauro Nardocci

Semplice ed efficace, dunque. Per i mari del Pianeta è una buona notizia, che diventa ancora più appassionante per chi vive nel nostro territorio, perché riguarda un concittadino. In noi studenti del Liceo “Pertini” la storia di Mauro Nardocci ha suscitato molta curiosità. Per questo lo abbiamo raggiunto per intervistarlo.

Mauro, qual è il tuo rapporto con Ladispoli?

È da tanti anni che ho lasciato Ladispoli; torno ancora per qualche giorno l’anno ed è sempre un grande piacere perché mi sento a casa, ho la possibilità di stare con la mia famiglia e i miei amici. Ladispoli è forse il posto al mondo dove mi sento più a casa. La cucina, il mare, gli amici. Io sto sempre da dio quando torno.

Torneresti?

Non ho la presunzione di considerare questa esperienza vicina a quello che vivrei se fossi rimasto. È il dilemma degli emigrati (qui aggiunge l’emoticon del sorriso, ndr). Capisco che possa essere dura fare i conti tutti i giorni con traffico, malfunzionamento del sistema pubblico e insoddisfazione. Tra la vicinanza con Roma, il mare e le tradizioni enogastronomiche, credo ci sia stata un’ inefficiente amministrazione del capitale per tanti anni, ma siamo sempre noi, ognuno di noi, con i propri comportamenti quotidiani a creare la nostra realtà.

Cosa vorresti cambiare?

Vorrei attenzione al prossimo, gentilezza, cura dell’ambiente e della cosa pubblica. Credo che così sarebbe tutta un’ altra citta.

Torre Flavia, Ladispoli

E del nostro Liceo cosa ricordi?

Il periodo liceale è stato un periodo molto bello per me, anche se, guardandolo ora con occhi più maturi, è stato caratterizzato dalla classica insicurezza adolescenziale, dalla voglia di dimostrare agli altri, più che scoprire se stessi. È stato, però, il primo passo verso una solida maturazione. I miei ricordi sono in generale molto positivi, in particolare ricordo due professoresse: Malavasi, che è stata una mia docente solo per un anno, ma che, nonostante ciò, ha arricchito di molto il mio stimolo al pensiero, e la professoressa Poma, i cui insegnamenti mi sono stati preziosi durante gli anni di ingegneria. Onestamente ho adorato l’ampia preparazione del liceo, ma quando sono arrivato a scegliere la facoltà universitaria ero estremamente confuso ed ho continuato a esserlo per molti anni ancora. Non avevo idea della direzione che avrei voluto dare alla mia vita. In particolare non ero neanche pienamente cosciente di avere nelle mie mani molte scelte. Adesso, dopo avere girato mezzo mondo, aver vissuto in Spagna, Germania, Singapore e Stati Uniti, essere stato direttore marketing di una grande azienda come Barilla mi conosco meglio, ma secondo me la scuola può e deve aiutare di più in questo senso

Liceo Sandro Pertini

Hai altri interessi a parte la SeaDS?

Oltre al mio impegno per la difesa degli Oceani, adesso mi occupo di executive coaching e leadership. Lavoro soprattutto con giovani professionisti di talento che si stanno preparando per nuove sfide. Per tutti, comunque, la parte più importante è capire cosa vogliono creare nella loro vita, quali sono i valori importanti da inseguire, e soprattutto avere la consapevolezza che hanno il potere e il dovere di prendere in mano la loro vita e fare scelte intenzionali, piuttosto che sentirsi vittime del contesto esterno.

“Siamo sempre noi, ognuno di noi, con i propri comportamenti quotidiani, a creare la nostra realtà.”

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