MoranteMoravia, una storia d’amore

“Erano una coppia leggendaria. Li chiamavano MoranteMoravia, tutto attaccato, come se la loro fosse un’unica vita, come fossero parte di un binomio inscindibile. Eppure non potevano essere più diversi”.

Così inizia il romanzo biografico di Anna Folli, MoranteMoravia, una storia d’amore, che forse meglio di tutti è riuscito a parlare della coppia più celebre della letteratura italiana contemporanea. Una storia travolgente e unica, caratterizzata da un amore inseparabile:

“Non (volevo) separarmi da lei, che sarebbe stata una soluzione più ragionevole, ma ucciderla, perché il nostro rapporto era così stretto, così complesso e in fondo così vivo che il delitto mi pareva più facile della separazione”.

Questo scrive Alberto Moravia riferito alla relazione con la sua Elsa. Relazione durata più di venticinque anni e che ha visto l’uno il protagonista della vita dell’altro.

Anna Folli ed Eugenio Murrali con la nostra giornalista, Ildikó Anastasia Budai (al centro)

La libreria di Ladispoli “Scritti&Manoscritti” ha deciso di rendere speciale il San Valentino di quest’anno, invitando proprio il 14 Febbraio Anna Folli a parlare del suo libro, accompagnata dal giornalista Eugenio Murrali. La scrittrice descrive la struttura del libro, specificando che la sua volontà di incominciare con la narrazione dell’infanzia dei due protagonisti deriva dalla necessità di delinearne gli aspetti psicologici e di far emergere gli eventi che li hanno segnati a vita. Solo così è comprensibile la complicità dei due amanti e al tempo stesso la loro diversità.

Entrambi hanno avuto un’infanzia difficile che li accomunava: lui, ammalatosi di tubercolosi in gioventù, aveva trascorso l’adolescenza in solitudine; lei, vivendo in una situazione familiare complicata, aveva scoperto le varie menzogne con cui era cresciuta e aveva deciso a diciott’anni di andare via di casa. Entrambi si erano rifugiati nei libri e in particolar modo nella scrittura, tanto che a diciott’anni Alberto Moravia era diventato celebre grazie al suo romanzo d’esordio Gli indifferenti.

L’amore per la lettura li avvicinò in un primo momento, ma ciò che rese possibile l’affinità tra i due fu la loro complementarietà: Elsa aveva un carattere difficile, ma era affascinata da un uomo brillante come Alberto. Non mancarono i momenti bui, dovuti soprattutto alla gelosia di Morante. Questa infatti aveva una personalità forte con una necessità di emergere (basti pensare che si definiva “scrittore”, al maschile); odiava quindi stare nell’ombra del marito ed essere ricordata come “la moglie di Moravia”. Anna Folli ha raccontato di quella volta in cui Alberto era andato a trovare Elsa a Venezia e, mentre sedevano in un bar, una folla accerchiò lo scrittore per chiedergli un autografo. Elsa andò su tutte le furie.

Il loro è conosciuto però come un amore tragico, fatto di lontananze, passione e tradimenti. Elsa definì il suo tradimento come una malattia, in una delle lettere che spedì ad Alberto in un momento alquanto critico della loro storia:

” Caro Alberto, non riesco a dormire, e scrivo a te per dirti quello che già molti mesi avrei dovuto dirti, e cioè che ti prego di perdonarmi il mio comportamento di questi ultimi tempi, e soprattutto, di non credere mai che esso significhi la fine del mio grande affetto per te. […] Ma adesso perdona la mia malattia. Buona notte – ti bacio. Elsa”

Qualche tempo dopo Alberto iniziò ad avere dei sentimenti importanti per Dacia Maraini, anche se portò sempre Elsa nel suo cuore. Di seguito, un brano da una delle lettere più belle che Alberto abbia scritto:

“Cara Elsa, a Roma soffrivo di una terribile angoscia e anche qui, in capo al mondo, ne soffro ogni volta che penso a te. Non posso sopportare le tue frasi ‘mai più’, ‘per sempre’ e simili… Per me nulla è finito e nulla può finire. Io ho per te esattamente lo stesso sentimento che ho avuto negli ultimi dieci anni forse più forte e sono sicuro che questo sentimento non cambierà. Certo tu hai fatto di tutto negli ultimi anni affinché cambiasse… ma quello che io penso e sento per te andavano al di là di queste irritazioni per quanto sconcertanti e io non riuscivo a ricordarmi le tue qualità il tuo valore e il grande affetto che mi avevi sempre dimostrato nei momenti più difficili della vita. Ahimè, tutto questo è adesso messo in forse e io non so davvero che cosa succederà. Tutto mi sembra scardinato, distrutto e al tempo stesso non so che cosa potrò mettere al posto di quello che c’era e c’è tuttora. Io non credo però che tu cesserai di essere nella mia vita. Di questo ne sono sicuro”.

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