Il suicidio: le ragioni, le vie d’uscita

Il suicidio è un tema che tutti cercano di evitare, come fosse un tabù. Eppure fare chiarezza sulle sue cause e riflettere sulle vie d’uscita, può aiutare a trovare soluzioni.

Forse la paura più grande, nei confronti del suicidio, è affrontarne le conseguenze, il dolore e il senso di colpa che ne derivano. Forse ammettere di non essere stati abbastanza lucidi per aiutare la vittima è un rimorso fisso nella mente di familiari, amici, partner.

Bisogna sapere che chi è sopravvissuto a un tentativo di suicidio riferisce di “non voler morire per smettere di vivere”. Infatti, se fosse esistita un’alternativa alla morte l’avrebbero preferita: una sorta di dimensione che non è né l’oscurità della morte né la dolorosa vita. Sembra paradossale, ma la verità è che tutti hanno paura di morire, dell’incertezza che ne deriva, ma a volte, non esistendo via di mezzo tra questi due mondi, nella mente di un suicida il dolore della vita prevale sulla paura della morte.

I motivi che portano al suicidio sono generalmente sei:

– La depressione

Questo è il motivo più comune per cui una persona commette un suicidio. Generalmente, gravi forme di depressione sono sempre accompagnate da sofferenza e da un pervasivo senso d’impotenza, come se si sentisse che è ormai impossibile fuggire, e l’unica risposta sembra essere la morte.

La depressione è un peso in continua crescita, che diventa man mano insopportabile, e invade sempre più a fondo i pensieri, tanto da insinuare idee assurde come “Ognuno sarebbe meglio senza di me”. Però, chi diventa preda di questi pensieri distorti non dovrebbe essere incolpato, perché è la natura della sua malattia e la sua condizione è identica a quella di qualsiasi altro paziente. In più, data la grande diffusione della depressione, che è trattabile, è necessario saper riconoscere la sua presenza negli amici e nei cari: anche se spesso se ne soffre in silenzio, pianificando il suicidio senza farlo sapere ad alcuno, bisognerebbe chiedere direttamente alla persona probabilmente depressa se stia sperimentando pensieri suicidi, e le risposte, data la brusca domanda, sono quasi sempre oneste.

– La psicosi

La psicosi è molto più difficile da nascondere e genera voci maligne nella testa, le quali ordinano l’autodistruzione del corpo per ragioni inspiegabili.

Il termine “schizofrenia” (dal greco σχίζω, “fendere, scindere, separare”, e φρήν, φρενός, “mente”) indica un disturbo psichico che causa disfunzioni cognitive, comportamentali ed emotive. L’incidenza di questa patologia, nel mondo, è intorno all’1% della popolazione. Sembra trarre origine sia da fattori genetici che ambientali. Purtroppo, sebbene sia gestibile con farmaci, la schizofrenia cambia lo stato delle persone e della loro mente in modo irreparabile.

Inoltre, gli schizofrenici sono soliti parlare liberamente della voce interiore che gli ordina di uccidersi, così come sono soliti dare risposte oneste sui propri pensieri di morte. Talvolta, è necessario ricorrere, in base alla gravità della schizofrenia, al ricovero in strutture ospedaliere.

– Impulsività

Spesso, a causa di droghe e alcool, alcune persone tentano impulsivamente di porre fine alla propria vita. Una volta rinsaviti e calmati, queste persone provano un gran senso di vergogna. Il problema è che non si sa se riproveranno o meno a suicidarsi in futuro: è probabile che, nuovamente sotto l’effetto di droghe e alcool, tenteranno di nuovo, oppure potrebbero non farlo per il resto della loro vita.

In questo caso, il vero rischio d’impulsività e gesti incontrollati è causato da queste sostanze. La loro eliminazione, oltre che un benessere per la salute, favorirebbe l’eliminazione del rischio di un suicidio involontario o comunque condizionato.

– Provare a chiedere aiuto

Le persone che rientrano in questa categoria non vogliono morire; il loro unico scopo è avvertire chi gli sta intorno che c’è qualcosa che non va. Il problema è che, per farlo, compiono gesti irreversibili, i quali danneggiano la salute o portano addirittura alla morte.

A volte è capitato che più di un teenager, nel tentativo di comunicare il proprio dolore, abbia ingerito sostanze letali. Ovviamente senza essere informato sulla natura delle sostanze e sulle conseguenze della loro assunzione. Così, in questi casi, nonostante il rimorso gli avesse fatto abbandonare il pensiero suicida, l’errore è stato irreparabile.

– Avere un reale desiderio di morire

Alcune persone, che soffrono di una dolorosa malattia terminale da cui si hanno poche probabilità di sopravvivere, decidono di mettere fine alle proprie sofferenze. Non sono depresse, psicotiche, impulsive e non ricercano aiuto con atti estremi.

Ovviamente, in Italia, il suicidio assistito, dopo la valutazione di un professionista qualificato che escluda altre possibilità, è illegale, in base all’articolo 580 del codice penale.

– Uno sbaglio

Questo è il caso che comprende tutti quei ragazzi che, per provare le sensazioni che porta, si privano volontariamente dell’ossigeno. questo è uno dei giochi estremi che possono sfuggire di mano e che portano, purtroppo, a un risultato fatale.

Per concludere, le ragioni dietro un suicidio sono molte. Però, le persone che credono di non essere abbastanza, di non valere abbastanza, devono sapere che il loro contributo è indispensabile. Le persone che amano hanno bisogno di loro. Devono sapere che, anche se ci fossero decine di motivi per morire, quelli per vivere sono sempre di più. Ne vale la pena. C’è sempre sempre modo per cambiare la propria vita, per ricevere tutto l’amore e l’attenzione di cui si ha bisogno, ma non dopo la morte. Tutte queste persone che non vedono nessuna speranza nel futuro, sappiano che la realizzazione dei propri sogni, l’affetto e le meraviglie della vita sono dietro l’angolo, basta svoltarlo.

Immagine di copertina: Gerd Altmann da Pixabay


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