Achille Lauro: il nuovo idolo dei giovani

Ultimamente la rete è stata sommersa dalle critiche mosse al giovane rapper romano Achille Lauro, il quale, sin dagli albori della propria carriera, si è imposto sulla scena nazionale.
Non è di certo una persona che passa inosservata: abiti griffati, tatuaggi sul viso e stile curatissimo.

Ma chi è davvero il cantante che ha fatto così tanto scalpore?
Achille si racconta in un libro pubblicato da poco, una biografia intitolata Sono io Amleto,dalla quale è già stato avviato un progetto cinematografico, che prevede la realizzazione di una trilogia sulla sua vita proposta sotto forma di docufilm.

Una vita senza freni: quando aveva undici anni i suoi genitori si sono dovuti trasferire per motivi lavorativi e, a partire dalla prima media, i pomeriggi di Achille hanno smesso di essere quelli innocenti che un ragazzino dovrebbe vivere. Inizia a spacciare in strada o a rubare motorini per poi rivenderli, cercando senza sosta di soddisfare il suo costante desiderio di avere. A 14 si ritrova a vivere in una casa da solo con suo fratello maggiore che fa il producer rap, e si avvicina a quel mondo.

Sono anni molto difficili, durante i quali si trova spesso faccia a faccia con la legge. Questi problemi portano alla fine di un amore durato 2 anni. Un abbandono che lo ha segnato profondamente: Achille racconterà spesso nei suoi testi il sentimento provato per quella ragazza.

Vita non facile, ma che gli ha insegnato a sbrigarsela da solo.

Egli vede l’amore come una sofferenza: consegnandoci nelle mani di qualcuno e fidandoci ciecamente di lui non ci resta altro che sperare che l’altro non se ne approfitti. Della sua vita non vorrebbe cancellare niente, neanche le sofferenze, poiché ogni storia ci cambia.
A seguito della sua partecipazione alla sessantanovesima edizione del Festival di Sanremo con il singolo Rolls Royce, il rapper è stato a lungo criticato e ritenuto da molti un modello negativo per i giovani.
Questo suo singolo è stato considerato un vero e proprio inno alla droga, un invito a vivere una “vita spericolata” con l’utilizzo di sostanze stupefacenti. Il programma Striscia la notizia si è battuto strenuamente per dimostrare la cattiva fede del rapper.


Il programma satirico di Canale 5, per settimane, ha sostenuto che il titolo del brano sia già in sé un riferimento alla droga.

Il motivo è che Rolls Royce è il nome con cui viene definita una pasticca di ecstasy. Il simbolo della casa automobilistica, infatti, è chiamato anche Spirit of Extasy, “spirito dell’estasi”, e rappresenta una figura femminile con le ali gonfiate dal vento.

Il suo nome potrebbe indicare anche le pasticche di Mdma.

Lauro sostiene però di non aver mai sentito parlare di ciò e di non sapere nulla riguardo al secondo significato del termine. Il programma ha continuato con le accuse a seguito della lettura della sua autobiografia, nella quale Achille afferma che nel suo quartiere natale giravano molte droghe che lui stesso avrebbe provato, dalle quali, come racconta nel suo libro, si è disintossicato dopo un percorso di riabilitazione.

In quelle pagine tratta di un mondo difficile, che ha reso intenso ogni secondo dei suoi ventotto anni.

Nonostante i numerosi attacchi, il cantante continua fermamente a sostenere che il pezzo sia una “fotografia” di tutte le icone mondiali dagli anni Cinquanta ad oggi: dal mondo di Hollywood alla musica, allo stile.

Inoltre, da quanto egli sostiene, il pezzo farebbe riferimento ad una citazione di Marilyn Monroe: “Se devo piangere preferisco farlo sul sedile di una Rolls Royce piuttosto che sul vagone di una metro”.

È a questo punto prerogativa del pubblico stabilire da che parte schierarsi. Tenendo conto anche di quanto detto dal direttore artistico del festival, Claudio Baglioni, il quale ha confermato la versione del rapper e ha sostenuto che nessuno, meglio dell’autore, possa conoscere l’essenza e il significato di un brano. Egli fa inoltre notare che la canzone si conclude con una preghiera laica: “Dio ti prego salvaci da questi giorni, tieni da parte un posto e segnati sti nomi”.

Lauro non va visto quindi esclusivamente come un uomo mai cresciuto, che affronta problemi difficili come la droga in modo poco serio e responsabile, ma come un ragazzo che è dovuto crescere in fretta anche a causa della droga e che quindi preferisce trattare il tema con leggerezza.

Non parla di un mondo lontano dal nostro o di questioni che non ci appartengono, perché ormai le persone che si trovano coinvolte nel mondo degli stupefacenti sono sempre di più. Tra loro soprattutto i giovani, che spesso lottano contro vere e proprie dipendenze. Le comunità terapeutiche diventano la meta di questi ragazzi, distrutti e incapaci di tornare ad essere se stessi senza un aiuto adeguato.

Dunque perché un ragazzo che ironizza su qualcosa che ha devastato il suo passato dovrebbe essere così tanto accusato?
Il suo atteggiamento potrebbe rappresentare per lui un modo attraverso il quale prendersi gioco di ciò che ha distrutto la sua adolescenza. Potrebbe essere un modo per sorridere sulle difficoltà superate e guardare ciò che ci si pone davanti con gli occhi gioiosi di chi ce l’ha fatta.
Parlare di un argomento così delicato è però una cosa difficile. Secondo alcuni il tema della droga deve essere trattato con scrupolo. Un artista incapace di trattarlo si porrebbe in cattiva luce.
È soprattutto il divario generazionale a proporre due visioni differenti del personaggio Achille Lauro.
Secondo la prima visione, lui sarebbe colpevole di cantare di una cosa illecita, spingendo i ragazzi a provare sostanze che potrebbero rovinare loro la vita. Un’altra visione più distaccata e, forse, superficiale, si concentra sulle canzoni senza pensare troppo al testo quanto alla sua orecchiabilità.

Lauro, come abbiamo visto, è cresciuto completamente da solo e questa esperienza, per quanto possa essere stata dura, ha un lato positivo: gli ha permesso di raccontare le cose in un modo diverso, di esprimere una vena malinconica nelle canzoni. Questa “attitudine” si è trasformata in arte.
In fondo la sofferenza, per Achille, può avere aspetti positivi, basta solo saperla indirizzare. Il cantante spiega: “io vengo da zone difficili, ho avuto problemi come tutti, voglio essere un esempio per i ragazzi”.

Sta infatti a loro scegliere se seguire Achille per il suo messaggio positivo, di un ragazzo che è riuscito ad evadere da un’orribile prigione qual è la droga, o se volerlo emulare per sbagliare anch’essi a loro volta.

Un artista, così come ogni persona, ha il diritto di essere ascoltato prima di venire giudicato. Non si può puntare il dito contro Achille senza prima aver conosciuto parte della sua storia, o aver sentito alcune delle sue canzoni e quindi ascoltato le sue parole.
Prima di esprimere sentenze, tutti devono andare incontro all’autore, perché solo conoscendo il suo mondo si possono apprezzare le parole e comprenderne il significato.
Ognuno è libero di pensare ciò che vuole e sviluppare un’opinione secondo i propri gusti personali.

Si deve smettere però di reputare i ragazzi come degli sciocchi, che pur di seguire un artista sono pronti a tutto, lasciandosi facilmente influenzare da semplici parole.

È importante che i ragazzi comprendano che quelli che vedono in tv o sui social sono solamente dei personaggi dello spettacolo, che possono piacere o meno, e che quindi non sono persone da poter imitare nella vita reale. Questo è l’unico insegnamento che gli adulti possono dare loro, sperando che essi non cadano nell’errore.

Concedendo loro la libertà di stabilire quale sia il bene e quale invece il male, solo in questo modo potranno comprendere da cosa sia meglio allontanarsi e a cosa invece avvicinarsi.

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