Un attacco ai leader mondiali: il fenomeno Greta

“Il messaggio è che vi teniamo gli occhi addosso. Non dovrei essere qui, dovrei essere a scuola, dall’altro lato dell’Oceano. Venite a chiedere la speranza a noi giovani? Come vi permettete? Le persone stanno soffrendo, stanno morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E tutto ciò di cui parlate sono soldi e favole di eterna crescita economica? Come osate?”

Così la giovane attivista svedese Greta Thunberg è intervenuta al Climate Action Summit dell’Onu che si è svolto a New York il 23 settembre 2019, rivolgendosi ai 63 capi di stato presenti. Visibilmente alterata e con gli occhi lucidi, ha ribadito ancora una volta, dopo il celebre discorso pronunciato alla Cop24 di Katowice, l’accusa ai leader mondiali, colpevoli di non prendere sul serio i cambiamenti climatici e di continuare a produrre emissioni in quantità spropositate, danneggiando l’ambiente, per un mero tornaconto economico.

Assenti al vertice erano l’Australia e il Giappone, paesi ritenuti troppo dipendenti dal carbone, Brasile, Arabia Saudita, Corea Del Sud e Stati Uniti. Il presidente americano Donald J. Trump, negazionista climatico, è comunque comparso brevemente durante il discorso di Greta, commentato poi sarcasticamente dallo stesso su TwitterSembra una ragazzina molto felice, in attesa di un futuro luminoso e meraviglioso. È così bello da vedere!

 

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L’obiettivo posto in questo Summit è quello di diminuire le emissioni attuali del 45% entro il 2030, per arrivare ad un’economia globale a zero emissioni nel 2050. Secondo la sedicenne svedese, che cita gli studi scientifici più aggiornati, avremmo solo il 50% di possibilità di mantenere la temperatura entro i limiti. Infatti, se non si diminuirà il rilascio di gas serra, in pochi decenni dovremo aspettarci la scomparsa di molti ghiacciai alpini, lo scioglimento totale dei ghiacci dell’Artico e, entro la fine del secolo, l’innalzamento delle temperature globali di almeno 3°.

Alcuni stati hanno dichiarato di voler impegnarsi a ridurre le emissioni entro il 2050, anche se molti non hanno specificato in che modo. La Cina si è detta non ancora disposta ad abbandonare i combustibili fossili, mentre l’India ha riferito di non voler rinunciare al carbone.

Comunque, per definire le strategie, sono stati stabiliti degli appuntamenti intermedi: a dicembre di quest’anno ci sarà la Cop25 a Santiago del Cile, mentre nel dicembre del 2020 si terrà un vertice importante a Londra, a 5 anni dagli accordi della Cop21 di Parigi, per stabilire nuovi piani per il clima.

 

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“Ci state deludendo, ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento, gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi, e se sceglierete di fallire non vi perdoneremo mai. Il mondo si sta svegliando e il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no.”

Con queste ultime parole Greta conclude il suo discorso, sottolineando la sua preoccupazione e quella di tutti gli altri giovani impegnati in scioperi per il clima, come il Friday for future, di fronte all’indifferenza dei capi di stato, sempre più interessati ad una crescita economica e meno all’avvenire dei loro figli.

 

 

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