La poesia, racconto e rifugio

Fiat lux. Probabilmente con giochi di ombre fatti con i raggi del sole sulle pareti, l’uomo primitivo iniziò a raccontare le sue storie. Poi venne il fuoco, e i racconti presero vita intorno alle rosse fiamme scoppiettanti. L’umanità incominciò così la narrazione della propria vita, che diventerà via via disegno, pittura, scrittura. Arte.

Con il volgere degli anni e con l’arrivo di nuove vicissitudini, l’essere umano sentirà sempre più la necessità di cercare una dimora sicura, un luogo in cui rifugiarsi. Ben presto capirà che le parole potranno assumere un ruolo fondamentale per esprimere se stessi, i propri sentimenti, le proprie afflizioni. Inventò la metrica, il ritmo, le figure retoriche: nacque la poesia.

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“La poesia è una grazia, una possibilità di staccarsi per un po’ dalla terra e sognare, volare, usare le parole come speranze, come occhi nuovi per reinventare quello che vediamo”. Così l’attrice Monica Vitti definisce la poesia, che può nascere da un semplice gesto e può trattare argomenti infiniti.

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Monica Vitti

Ma sin dagli albori, la poesia è la miglior compagna dell’uomo capace di provare sentimenti e dunque apparentemente più fragile. Ma i versi hanno una funzione protettrice, come ci ricorda Cesare Righi nella prima strofa di Rifugio:

Quando la tempesta infuria,
ed il vento ulula la collera degli uomini,
trascinandola ovunque vi sia vita,
mi ritiro in un angolo di mondo.

La poesia è dunque un “angolo di mondo” in cui rifugiarsi e non è essenziale che essa sia composta da numerosi versi: anche un solo distico può bastare a esprimere l’immensità del sentimento umano.

Breve però non vuol dire che bastino pochi istanti per concepirla. Ungaretti rivelò: “Per scrivere una poesia breve, posso impiegare pure sei mesi“.

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Giuseppe Ungaretti

Spesso si pensa pure che i brevi componimenti poetici non abbiano un significato pregnante. In realtà, come abbiamo visto, il poeta può riuscire a trasmettere emozioni anche in pochi versi. Ciò risulta difficile, ma si pensi alla celebre Mattina di Giuseppe Ungaretti e, ancora dello stesso autore, al componimento Veglia, in cui è concentrata in pochi versi l’intensità dell’attaccamento alla vita.

Dunque il poeta svolge un lavoro minuzioso, il labor limae, e cerca di mettere in evidenza anche una semplice parola conferendole una moltitudine di significati profondi. Deve essere in grado di esprimere i propri sentimenti lasciando, pur sempre, libera immaginazione al lettore.

Purtroppo però, negli ultimi anni è sempre più evidente il distacco dalla cultura, e dunque anche dalla poesia. L’uomo del XXI secolo sembra preferire altre distrazioni tecnologiche all’odore dell’inchiostro e del foglio di carta, in cui, fino a qualche secolo prima, s’immergeva e si rifugiava.

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Al mondo d’oggi, oramai, anche le canzoni, autentici testi poetici, sembra perdano il loro significato, diventando sempre più superficiali.

D’altro canto, però, ci sono ancora delle canzoni il cui testo offre diversi spunti poetici e rappresentano una forma d’arte a tutti gli effetti.

La poesia è capace di ascoltare e di riflettere la bellezza dell’individuo. Vivrà fino a quando gli esseri umani continueranno a provare sentimenti.

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