C’era una volta Ladispoli: la città ieri e oggi

Foto di Giulia Tassini

La nostra bella cittadina, località marittima scelta da vari turisti nel periodo estivo e dal passato carico di storia, non è sempre stata così come la vediamo oggi. Tutti, almeno una volta, abbiamo sentito qualche anziano nostalgico dire “Qui, prima, era tutta campagna!” e sicuramente in molti si sono chiesti come fosse possibile che Ladispoli, oggi cuore urbano pulsante, potesse essere poco più che una grande distesa di grano e carciofi romaneschi.

Il dubbio, sorto spontaneo, poteva essere sciolto solo da chi ha vissuto la città negli ultimi cinquant’anni e da chi quindi ne ha visto le evoluzioni e le trasformazioni.

Paola Crisopulli, quarantasei anni, ladispolana doc, ha ripercorso con noi la crescita della città negli ultimi anni. “Dal punto di vista urbano ci sono stati vari cambiamenti”, racconta. “Ad esempio, prima la stazione aveva solo bar, biglietteria e tabaccheria. Non c’erano molti pendolari: sono iniziati ad aumentare nei primi anni Novanta, quando molte persone si sono trasferite da Roma, che era diventata troppo caotica e trafficata”.

Da ciò è venuto spontaneo chiedere come Ladispoli, da luogo di villeggiatura negli anni Sessanta e Settanta, fosse diventata città nel 2011. “Sicuramente grazie a queste persone che sceglievano una vita più comoda, lontana dallo stress imposto da una grande città metropolitana qual era ed è Roma”. Ma anche l’aspetto della città è mutato profondamente, e qui la signora Crisopulli si rabbuia: “È stato triste – commenta – perché vedevi cadere le belle casette e venir su dei palazzoni”.

Paola Crisopulli

In un clima di crescita e progresso è facile contestualizzare la serie di cambiamenti che ci sono stati descritti. Se oggi, facendo una passeggiata sul Viale Italia, avremmo l’imbarazzo della scelta in fatto di gelaterie, negli anni Ottanta c’era solo la storica “Gelosità”, oltre ai bar che facevano anche gelati. Il lungomare, oggi contornato da muretti, all’epoca era visibile dalla strada, inoltre, non poteva essere percorso interamente a piedi perché ancora non c’erano i due cavalcavia tra i due fossi di Ladispoli.

“Si vedeva direttamente il mare, a un certo punto si doveva cambiare strada perché non si poteva attraversare in prossimità dei fossi. Non c’erano tutti gli stabilimenti di adesso: vedevi solo spiagge libere e chioschetti dei gelati. Per capirci tra noi dicevamo ‘andiamo al mare allo scoglietto o al chioschetto'”.

Alla domanda sugli svaghi dei ragazzi ladispolani in quegli anni, Paola risponde: “C’erano due cinema, il ‘Lucciola’ – per capirci quello che ha chiuso qualche anno fa e dove ora c’è ‘Terranova’ – e il ‘Moretti’, che faceva anche proiezioni all’aperto proprio in prossimità del mare. Poi la piscina del Faro – in via Palo Laziale – dove ora c’è l’Eurospin – era frequentatissima dai ragazzi e d’estate a Piazza Domitilla e in via Fiume c’erano due piste di pattinaggio che d’inverno usavamo per fare la lezione di educazione fisica. La ludoteca – ora nota con il nome di ‘Peter Pan’ e chiusa alla fine degli anni ’90 – si chiamava ‘Paradise’ e c’era anche una discoteca che si chiamava ‘Snaporaz’, che era un po’ il punto d’incontro dei più giovani. D’estate aprivano anche diversi campeggi che erano sempre pieni di ragazzi, ma che hanno chiuso a causa di problemi burocratici.”

Poi, facendo un confronto con la Ladispoli dei giorni nostri, chiarisce che non c’erano tutti i locali per giovani che ci sono adesso. 

“I ragazzi di oggi si lamentano del fatto che non ci sia niente per loro qui a Ladispoli, forse è vero, ma prima non avevamo bisogno di fare qualcosa di particolare. Bastava sedersi su una panchina dopo una passeggiata e passare le serate giocando con una pallina. L’unico pub in cui riunirsi era il ‘Four X’. Basti pensare che il primo ristorante cinese ha aperto intorno agli anni Novanta in via dei Campi Fioriti, dove prima c’era un’osteria italiana”.

Proprio a proposito dello scambio culturale, che ha visto la nostra cittadina accogliere numerosi migranti negli anni, è stato interessante indagare su come Ladispoli fosse diventata una città multietnica.

“Nei primi anni Ottanta sono arrivati gruppi di cileni, russi e polacchi, ma non si integravano poiché di passaggio. Infatti quasi tutti sono tornati al loro paese di origine; solo a partire dagli anni Novanta ci sono stati veri e propri flussi migratori dalla Nigeria e dalle Romania. Le persone iniziavano a cercare lavoro, a costruirsi le case, a metter su famiglia”

Con l’avvento di più persone cambia anche il volto di Ladispoli che in quegli anni sviluppa e si trasforma. “Il mercato che oggi sta a via Firenze prima si svolgeva in via Venezia insieme al mercato generale e della frutta. L’ufficio postale era sul viale, dove si trova oggi il ‘Mavì’. Il centro anziani, invece, era in via Milano; dove oggi c’è ‘L’Angolo D’Oro’ prima c’era la banca Unicredit. Gli uffici comunali erano sparpagliati: buona parte si trovavano in prossimità del Mexico. Piazza Rossellini era libera: ci si poteva passare con le macchine. Dove oggi ci sono l’edicola e il chiosco, all’epoca c’erano dei distributori di benzina. Il sottopassaggio invece non era molto diverso da come appare oggi, anche se non c’era lo scivolo per i disabili, c’erano solo le scale, infatti ricordo che dovevo sempre prendere in braccio il passeggino quando ci passavo”.

Ma al di là di uffici e negozi che cambiano collocazione, Ladispoli, negli ultimi anni, ha subito anche altri cambiamenti, e se vogliamo, anche migliorie. Infatti, come raccontato dalla signora Crisopulli, con il passare del tempo anche la varietà di scelta offerta agli studenti ladispolani è aumentata. Se prima infatti erano presenti solo gli Istituti Tecnici di Ragioneria e per Geometri, i Licei Scientifico e Classico, ad oggi vantiamo più indirizzi e più istituti, e anche più plessi di scuole elementari e medie.

Cosa è cambiato in un altro appuntamento celebre di Ladispoli? La Sagra del carciofo romanesco quest’anno festeggerà la sua 70° edizione. Paola ricorda con nostalgia gli appuntamenti di qualche anno fa:

“Ora, per motivi di sicurezza ci sono stand solo su un lato del Viale, per non bloccare le vie di fuga. Ma prima era allestito tutto il viale, due vie parallele e buona parte di via duca degli Abruzzi, che ospitava lavori di artigianato locale. Il sabato sera c’erano cantanti di alto livello, come Giorgia, Ron, Anna Oxa. La gente faceva la fila per assistere gratuitamente a veri e propri concerti, mentre ora si esibiscono cantanti semisconosciuti”.

È interessante notare come lo sviluppo abbia interessato anche l’immagine di Ladispoli: se prima era considerata solo un luogo di villeggiatura o una zona di campagna, adesso è nota anche per le sue bellezze.

Se prima, come ricorda Paola Crisopulli, dove oggi sorgono i giardini di via Ancona c’era la ferrovia, e da lì fino al mare c’era solo campagna, così come al Cerreto (quartiere ora noto per le numerose villette che ospitano buona parte degli abitanti della città) non c’era nulla fuorché campi, oggi Ladispoli vanta una popolazione di 42mila abitanti. Una crescita dovuta probabilmente all’attenzione mediatica e della spinta promozionale che cittadini e politici hanno attuato di recente. Ma la città registra anche una crescita esponenziale del traffico.

Ladispoli, città dai mille volti, è senza dubbio un posto in cui, a detta dei suoi cittadini, c’è tutto a portata di tutti. Città di accoglienza, di modernità, dalla storia recente ma pregna di trasformazioni, che si adatta al vento del cambiamento, in un’epoca in cui adattarsi è diventata una necessità.

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