Veronica Pivetti a Ladispoli presenta “Per sole donne”

“Questo azzardo ha colpito un terreno pronto ad accoglierlo”.
Così ha esordito l’attrice e scrittrice Veronica Pivetti durante la presentazione del suo nuovo libro Per sole donne che si è svolta alla libreria “Scritti e Manoscritti” di Ladispoli il 29 febbraio 2020.
Il romanzo – ha spiegato l’autrice conversando con Flavia Capone, conduttrice radiofonica e autrice del blog Letture Metropolitane – è nato per il desiderio di fare un salto di qualità verso un nuovo genere, e Mondadori ha creduto in questo progetto. Come si evince già dalla copertina, il libro è un romanzo erotico-comico in cui è stato utilizzato un linguaggio esplicito, diretto, ma mai volgare. Ammette che ci sono stati momenti in cui si è sentita imbarazzata per ciò che stava scrivendo, ma che ha comunque deciso di esprimere frasi e concetti senza filtri o censure poiché dobbiamo dimostrare chi siamo e dire ciò che vogliamo senza limitarci.

Da sinistra Irene Donini, libraia di “Scritti e Manoscritti”, Flavia Capone e Veronica Pivetti

Alcuni giornalisti, durante le varie presentazioni, hanno osservato che il linguaggio utilizzato sia prettamente maschile, ma Veronica ha precisato che lei è una donna e ha utilizzato un linguaggio femminile, invece; e che non esistono argomenti che distinguano il genere e che, se c’è questa differenza tra i linguaggi, è solo per un pregiudizio.

Veronica Pivetti afferma inoltre che il titolo Per sole donne vuole essere provocatorio, infatti il pubblico a cui maggiormente voleva rivolgersi era proprio quello delle donne della sua età. Sorprendente poi ritrovato invece un pubblico trasversale: donne dai venti agli ottantacinque anni le hanno confessato di essersi ritrovate nei personaggi del romanzo e di aver vissuto vicende simili. Le protagoniste della storia sono cinque donne che Veronica ha definito come “veicoli” dei suoi pensieri.

“Mi sono accorta di tutta la verità che posso raccontare nei libri” ha ammesso. Le storie sono infatti tutte vere, seppur romanzate. Le cinque protagoniste sono legate da un rapporto di amicizia vero e genuino. Sono sempre pronte a discutere, consolare, a dedicare del tempo alle altre e talvolta a dire in faccia anche verità sconvenienti. L’autrice ha voluto inserire proprio questo tipo di rapporto e di solidarietà femminile per dimostrare da un lato che non è vero quanto si dice in merito alle donne, ossia che sono invidiose l’una dell’altra, dall’altro per ricordare quanto i legami siano importanti nella nostra vita.

Veronica ammette che lei ha avuto più volte bisogno di qualcuno al proprio fianco, e quel qualcuno l’ha sempre trovato nelle sue due più grandi amiche che sa non la tradirebbero mai. Si ritiene fortunata ad avere amiche capaci di trovare del tempo da dedicarle, nonostante la loro giornata sia piena di impegni. Perché l’amicizia non è vedersi qualche sera e raccontarsi del più e del meno, bensì esserci sempre, soprattutto nel momento del bisogno. Sono importanti i rapporti veri, reali, fatti di incontri e confronti in carne ed ossa. Secondo lei infatti nulla può sostituire la realtà, soprattutto i social, che ci danno l’illusione di star vivendo davvero. La loro è infatti una realtà corrotta, fasulla, che ci presenta solo ciò che gli altri vogliono farci vedere. Tale realtà è presentata e affrontata nel libro mediante il personaggio di una giovane influencer.

Molti altri sono i temi trattati nel romanzo: tra questi particolarmente importanti per l’autrice sono quello dell’accettazione del proprio corpo e quello della maternità. Il primo argomento è affrontato attraverso il personaggio di Adelaide, che guardandosi allo specchio fa delle riflessioni sul proprio corpo e sul tempo che è passato. Veronica ammette che anche in questo aspetto è presente lei, che, come tutte, si è dovuta abituare a un corpo che il tempo ha cambiato. Ribadendo però quanto sia importante seguire il corso del tempo sul proprio corpo, senza preoccuparsi degli stereotipi. A riguardo ha affermato: “Dovremmo avere il coraggio di riparametrare certe regole puramente arbitrarie e accettare tutte le età della nostra vita”. Occorre eliminare tutti gli stereotipi mentali che ci limitano, poiché ognuno vive in un corpo che è il proprio biglietto da visita, e non accettarne l’esterno significa non permettere di valorizzarne neanche l’interno.

Per quanto riguarda il tema della maternità, Veronica ha voluto riflettere sul ruolo che viene imposto alla donna nella società. Afferma di non avere nulla contro coloro che decidono di diventare madri, poiché quello è il lavoro più impegnativo del mondo. Ma ammette: “Io sono felicemente non mamma. Ho fatto una scelta e ne sono felice, e in questo libro volevo spezzare una lancia a favore di tutte quelle donne che in questo Paese non sono mamme e per questo non hanno un’identità”. Veronica si rivela preoccupata e dispiaciuta per tutte quelle donne che vedono nella maternità uno status e non una scelta. Per tutte quelle donne che sentono di poter avere un ruolo nel mondo solo diventando madri. Poiché la donna è importante in quanto è se stessa, a prescindere che sia o meno una mamma. Secondo l’autrice è come se le donne nascessero con una “funzione”. Ebbene, lei vuole dissociarsi da tutto ciò e contare non per cosa potrebbe generare, bensì per chi e per ciò che è.

Jessica Polese, Veronica Pivetti e Giulia Tassini

Sono concetti attuali, profondi, trattati con semplicità ed ironia, ma su cui il lettore è portato a riflettere. Concetti importanti, che Veronica si dichiara pronta a difendere.

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