L’abbigliamento ecologico, per rispettare il pianeta


“Un Paese che distrugge il proprio suolo distrugge se stesso. Le foreste sono i polmoni della nostra terra, purificano l’aria e danno forza alla nostra gente”.
Franklin D. Roosevelt
Dovremmo imparare tanto da questa frase e soprattutto, cercare di comprendere come le nostre azioni e le nostre idee possano cambiare veramente la realtà in cui viviamo.
Oltre all’agricoltura biologica e a tutte le misure prese per garantire un approccio più sano alla vita quotidiana, è nato un nuovo modello da seguire per chiunque voglia accostarsi in modo più approfondito a questa linea di pensiero.

Fonte immagine: Annca, Pixabay


Da qualche anno a questa parte, in diversi paesi Europei, ha iniziato a diffondersi l’abbigliamento ecologico. Fortunatamente, grazie alla dedizione di diversi brand italiani, sta facendosi strada, anche se faticosamente, anche nel mercato italiano.
Indossare questi indumenti sarebbe un modo per preservare il nostro pianeta: per “vestire bio” dovremmo, ovviamente, controllare le certificazioni tessili che confermino l’origine biologica del tessuto e valutare l’ecosostenibilità dell’indumento.
I vestiti biologici, inoltre, sono prodotti di qualità, realizzati con l’utilizzo di nuove tecnologie e sostanze chimiche meno aggressive. Facendo affermare questo genere di prodotti potremmo salvaguardare la nostra salute, evitare di danneggiare la nostra pelle e il nostro corpo.
La certificazione di origine biologica è assegnata solo alle fibre tessili naturali, ma anche a tessuti artificiali o sintetici mescolati a tessuti naturali.
Le fibre tessili prese in considerazione sono: la seta, la ramia, la canapa, la lana, il lino e il cotone.

Fonte immagine: Markus Spiske su Pixabay 

Per tracciare un quadro davvero completo però, non si può trascurare la componente economica. Infatti gli indumenti biologici avrebbero un prezzo più elevato del 15/30 % rispetto agli indumenti senza certificazione biologica. Nonostante ciò, adottare questo nuovo tipo di abbigliamento risulterebbe socialmente etico, creando posti di lavoro senza sfruttamento (del lavoro minorile, dei terreni, dell’acqua).
L’origine biologica di un capo d’abbigliamento, inoltre, esclude ogni forma di cattiveria nei confronti del mondo animale e di conseguenza, ogni tipo di allevamento intensivo.

La difficoltosa diffusione di quest’abbigliamento sarebbe motivata, oltre che dai costi più elevati, dalla poca varietà dei prodotti, dalla disinformazione generale e dal fatto che non si trovi nei negozi comuni.
Si sa che la vita è fatta di scelte e che, quasi sempre, quello che scegliamo oggi diventa parte del nostro domani. Perciò, ogni tentativo di ristabilire un equilibrio tra noi e l’universo in cui viviamo non può che giovarci.

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