Stampanti 3D per dare una voce agli egizi (e non solo)

Un gruppo di scienziati britannici dell’University of London a Royal Holloway ha riportato in vita la voce del sacerdote egiziano Nesyamun, morto 3000 anni fa, che si trova da circa due secoli nel museo di Leeds, nel Regno Unito.

Mummia di Nesyamun

Questo è potuto avvenire grazie alla ricostruzione dell’apparato fonatorio della mummia, ricreandone il timbro. La riproduzione della gola e della laringe sono avvenute tramite Tac e stampante 3D. La squadra dei ricercatori David Howard e John Schofield tramite è riuscita a mostrare che i tessuti molli erano rimasti intatti sino ad oggi, grazie alle efficientissime tecniche di mummificazione del popolo egizio. Successivamente è stata costruita la laringe, stampata in 3D con apposite macchine. Dopo aver raccolto tutti i dati, gli studiosi hanno sintetizzato e riprodotto il suono di quella che doveva essere la voce di Nesyamun, deducendo anche che il tratto vocale del sacerdote era più piccolo rispetto a quello degli uomini dei giorni d’oggi.

Di Nesyamun, morto verso i 55 anni, con gengive malate, denti consumati e una mandibola prominente, è stata riprodotto il suono con il quale avrebbe pronunciato una vocale. Il risultato è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports. Il suono (riportato nel video di seguito) purtroppo dura meno di un secondo.

Esperimento simile anche in Italia

Non da meno sono stati gli studiosi dell’ospedale di Bolzano e del CNR, i quali hanno riprodotto virtualmente l’apparato vocale della mummia del Similaun e l’hanno fatto “suonare”. 

Dunque anche Ötzi ha una voce. A 5.300 anni dalla sua morte e a 25 dal suo ritrovamento tra i ghiacci al confine tra Italia e Austria, possiamo ascoltare l’uomo del Similaun. Gli studiosi dell’ospedale di Bolzano sono riusciti a ottenere quella che loro stessi chiamano un'”approssimazione del suo timbro vocale“, al quale hanno affidato l’emissione di cinque semplici suoni: le vocali italiane. Si tratta però della miglior approssimazione possibile al momento: per far parlare Ötzi, infatti, è stato attuato un processo molto complicato. L’idea di immaginare la sua voce è del foniatra Francesco Avanzini, dell’ospedale di Bolzano, che in un’intervista ha affermato: “La mummia è sottoposta periodicamente a delle Tac; sulla base di queste immagini abbiamo ricavato il profilo del condotto vocale, cioè tutte le cavità che stanno al di sopra delle corde vocali e costituiscono un po’ la cassa armonica della voce”.

Un’operazione non semplice, perché la posizione del braccio sinistro della mummia ha spostato tutte le strutture del collo, compromettendo tutto il cavo sopraglottide, come ha spiegato Rolando Füstös, ex primario di Otorinolaringoiatria dell’ospedale regionale di Bolzano, che ha risistemato virtualmente i pezzi: la base del cranio, le vertebre cervicali, l’osso ioide e la cartilagine tiroide.

Mummia di Ötzi

Il processo, affidato alla Sintac di Padova, è stato ottenuto con i software che si utilizzano prima degli interventi chirurgici per ricostruire in titanio le parti ossee da sostituire in pazienti reali. L’altra parte del processo sulla mummia ha riguardato le corde vocali, però qui si sono presentati dei problemi: “Non conosciamo le esatte dimensioni delle corde vocali di Ötzi”, ha spiegato Avanzini. “Le uniche immagini, realizzate molti anni fa a Innsbruck non sono nitide ed erano state ottenute con un metodo in endoscopia molto invasivo, di certo non più ripetibile”. Qui è entrata in campo la ‘simulazione’ in base a modelli presi come riferimento: “Abbiamo ipotizzato ancora una volta le misure delle corde vocali sulla base di soggetti normali di pari altezza, in fondo Ötzi era un Sapiens sapiens come noi”.

Anche Ötzi ha una voce

Completato lo “strumento” non restava che farlo suonare. A questo ha pensato il CNR di Padova. Il professor Piero Cosi, grazie a un software e sulla base delle informazioni fisiche ottenute dagli esami e dai modelli, è riuscito a elaborare il suono che potrebbe essere uscito dalla bocca di Ötzi 5mila anni fa: “Ötzi era basso di statura, circa 1 metro e 54 con un collo corto e tozzo”, ha illustrato ancora Avanzini. “quindi abbiamo dovuto operare un compromesso tra due frequenze fondamentali, una più bassa, perché si trattava pur sempre di un uomo maturo, di 47 anni circa, e una più alta”. Sulla base di queste informazioni sono stati elaborati gli armonici, le “formanti” del suono che arricchiscono la voce. Impossibile non notare che le vocali di Ötzi hanno un marcato accento altoatesino: “Non siamo sicuri quale lingua parlasse Ötzi – conclude Avanzini – probabilmente il retico, vista la provenienza geografica. Diciamo che è un omaggio alla popolazione locale”. I primi risultati di questa elaborazione sono stati presentati alla conferenza sulle mummie organizzata dall’Eurac  proprio a Bolzano a settembre, in occasione dei 25 anni dal ritrovamento di Ötzi. È solo un primo passo, ma si tratta di un inizio promettente che ha generato molto entusiasmo.

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