Il TgLa7, in studio con Enrico Mentana

Qualche settimana fa ho potuto visitare il Cptv (centro di produzione televisivo) di La7, a Roma. Quando l’emittente è nata, il suo nome era Telemontecarlo (Tmc): la prima rete televisiva a concorrere con la Rai, di proprietà del Principato di Monaco ma in lingua italiana. Rimarrà tale fino al 24 giugno del 2001, quando Tmc diventerà La7, con l’obiettivo di dar vita a un canale rivolto a un pubblico giovane. Ma quando La7 viene acquistata da Telecom Italia, alla fine del 2001, viene dedicata all’informazione e all’approfondimento. Dal 4 marzo 2013 La7 è stata acquisita dalla Cairo Communication, l’azienda che dal 2003 gestiva la pubblicità del canale.

Uno dei professionisti che hanno reso La7 un punto di riferimento per l’informazione italiana è il direttore della testata giornalistica, Enrico Mentana.

Nato nel 1955 a Milano, la sua carriera inizia fin dai tempi del liceo, come direttore della rivista Giovane Sinistra. Nel 1980 è stato assunto al Tg1, redazione Esteri, dove esordisce documentando il matrimonio di Carlo d’Inghilterra e Lady Diana.

Nel 1991 passa poi a Mediaset, dove fonderà il Tg5 assieme ad altri giornalisti. Avrà sempre un’audience altissima, superando spesso anche il Tg1. Condurrà questo telegiornale per quasi 13 anni, quando sarà sostituito da Carlo Rossella, e si dedicherà ad altri programmi del canale e in particolare Matrix. Darà le sue dimissioni da Mediaset il 9 febbraio del 2009, in seguito alla morte di Eluana Englaro, la ragazza di Lecco vissuta per 17 anni in stato vegetativo. Secondo Mentana occorreva dare più spazio a un caso che aveva fatto discutere l’Italia.

Riprenderà la sua carriera televisiva nel 2010, come direttore del Tg La7. Già dalla sua prima conduzione porta il canale ad ascolti elevatissimi (raduna 1.489.000 spettatori davanti allo schermo), e continua a farlo tuttora, in particolare in occasione delle sue famose maratone dove, grazie al suo stile appassionante, riesce a dare un quadro esauriente del mondo che ci circonda.

Proprio da lui sono stata invitata ad assistere in studio al Telegiornale delle 20.00.

Quando sono entrata nel suo studio personale la prima cosa che ho notato sono stati i numerosissimi libri, che sembrano quasi sorreggere le pareti della stanza per poi posarsi sulla scrivania, formando pile tanto alte quasi da potercisi nascondere dietro, interrotte solamente da un computer dove il direttore stava scegliendo le notizie da mettere in scaletta per la sera stessa. A parte i libri, la stanza era affollata da cravatte di ogni tipo, da Telegatti, tapiri e vari premi che il direttore ha accumulato nel corso del tempo.

Successivamente ho visitato la regia dello studio: la “stanza dei bottoni”, piena di schermi, mixer audio e video e apparecchiature per la messa in onda.

Pochi minuti prima delle 20.00, il direttore ha fatto il suo ingresso nello studio: uno spazio bianco con a lato un tavolo a forma di 7 e dietro numerosissimi pannelli trasparenti che con le luci assumevano i vari colori che siamo abituati a vedere dietro lo schermo. Telecamere e monitor davano vita uno strano effetto visivo, come se nello studio ci fossero tre Mentana.

Da subito sembrava essersi immersi in un mondo surreale, che non era più dietro allo schermo della TV, ma che potevo avere davanti agli occhi e toccare con mano, con tutta la sua calma e agitazione allo stesso tempo, degna di un affascinante clima colmo di notizie e informazioni.

In questa occasione unica ho potuto apprezzare il direttore in azione, ma quando mi ha chiamata “ospite speciale del Tg”, mi sono sentita felicemente in imbarazzo, dato che tutti i cameramen, gli operatori, le sarte e le truccatrici  si sono girati verso di me, pensando chissà chi potessi essere: una ragazza che ha il sogno di diventare giornalista di fronte ad un pilastro del giornalismo, così pieno di entusiasmo per avermi invitato al Tg che mi ha riempito di gioia, e con una tale cordialità e premura nei miei confronti che non scorderò mai nella mia vita.

Un commento su “Il TgLa7, in studio con Enrico Mentana”

  1. Sara ha scritto:

    questo post è stato molto utile perché mi appassiona molto questo argomento ed è stato molto interessante.

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