Economia USA: meglio Trump o Obama?

Si avvicina il giorno delle elezioni americane, che vedranno opposti l’attuale presidente Trump e Biden, l’ex vicepresidente dei due mandati di Obama. Le politiche economiche sostenute dai due candidati saranno fondamentali per convincere l’elettorato: a tal proposito Trump ha affermato nella convention repubblicana di fine agosto come l’economia durante il suo mandato sia migliore non solo del suo predecessore, ma dell’intera storia americana. Ma è veramente così? Analizziamo alcuni fattori.

Crescita PIL

Il prodotto interno lordo degli Stati Uniti è cresciuto solo dell’1% durante il primo governo Obama, complice soprattutto la Grande Recessione, mentre si notifica un + 2,3% nel secondo mandato.  Sotto la presidenza di Trump il PIL, prima della pandemia, è cresciuto del 2,5%, continuando il trend positivo iniziato da Obama.

Lavoro

In seguito alla crisi del 2009, l’occupazione negli Stati Uniti ha raggiunto alti livelli, soprattutto durante il secondo governo Obama, registrando in media 250.000 nuovi posti di lavoro mensili nel 2014. Sotto la gestione Trump si attestano numeri inferiori, ma alcuni economisti non li considerano come tali: la media di 193.000 nuovi posti di lavoro mensili del 2018 è stata conseguita in un tempo ormai lontano dalla ripresa post crisi.

Disoccupazione

Il tasso di disoccupazione americano è andato calando nell’ultimo decennio. Durante il primo anno di governo Obama si attestava al 10%, ma anche sotto questo aspetto gli USA si sono risollevati dalla crisi e sono giunti al 4,7% che il primo presidente afroamericano della storia ha lasciato in eredità a Trump. L’amministrazione dell’attuale presidente, continuando il trend positivo, ha raggiunto a Febbraio 2020 un tasso di disoccupazione pari al 3,5%, miglior risultato degli ultimi 50 anni. Non vi è stato però tempo di festeggiare il successo conseguito, in quanto dal mese successivo il tasso di disoccupazione è inevitabilmente risalito causa pandemia fino al 19,7%, dato equiparabile ai tempi della Grande Depressione. L’economia statunitense è però ripartita con coraggio, come attesta il calo del tasso di disoccupazione fino all’8,4% in agosto.

Per quanto concerne le minoranze etniche, il governo Trump ha raggiunto il tasso di disoccupazione degli afroamericani più basso nella storia:     5,4% nell’Agosto 2019. La pandemia ha però colpito duramente le minoranze etniche, cancellando molti dei successi raggiunti in precedenza. Ad agosto di quest’anno infatti il tasso di disoccupazione degli afroamericani si attesta al 13%.

Ceto medio

Il reddito del ceto medio americano è diminuito notevolmente a causa della crisi del 2008 ed è riuscito a risollevarsi solo negli ultimi due anni di governo Obama, alla cui amministrazione gli economisti danno il merito della ripresa, attribuendo poi a Trump il merito di aver mantenuto la tendenza positiva, determinata soprattutto dagli aumenti salariali. Almeno fino alla pandemia.

Debito

Il debito pubblico americano è aumentato progressivamente sia durante l’amministrazione di Obama che durante quella di Trump. Le principali cause sono da rintracciare nelle spese sostenute per le guerre in Iraq e Afghanistan e nei tagli delle tasse. Il piano da 3mila miliardi di dollari varato per fronteggiare la crisi causata dal coronavirus è la punta di un iceberg che raggiunge il record di debito più alto dalla seconda guerra mondiale.

Mercato azionario

Dall’inizio della presidenza Trump i tre indici S&P 500, Dow Jones e Nasdaq del principale mercato azionario mondiale sono migliorati in media di oltre il 50%. L’indice S&P 500, ovvero l’indice delle 500 società statunitensi più importanti, ad agosto è tornato ai livelli pre-pandemia e ha persino raggiunto i massimi storici il 18 Agosto. Durante il primo governo di Obama il mercato azionario ha avuto un aumento maggiore rispetto al periodo di amministrazione Trump, dovuto in parte alla ripartenza post crisi del 2009.

Entrambi i presidenti hanno dunque avuto una buona influenza sui mercati azionari, nonostante secondo una minoranza di economisti non sussista una correlazione stretta tra cicli economici e interventi presidenziali.

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