Near-death experiences: una finestra sull’aldilà

Il sottile limite tra vita e morte ha sempre affascinato l’uomo. Tutti, almeno una volta nella vita, si sono domandati se la morte sia la fine di tutto o se vi sia qualcosa dopo. Per quanto ci si sforzi però, sembra impossibile trovare una risposta a questo quesito. Sono tuttavia numerosi i fenomeni che ci fanno sperare che vi sia effettivamente vita dopo la morte: primo fra tutte le near-death experiences.

Le esperienze di premorte sono fenomeni vissuti da persone dichiarate clinicamente morte per alcuni minuti, che vivono tali esperienze in momenti in cui non vi è nessuna attività cerebrale. Le near-death experiences possono avere le forme più disparate, tuttavia quasi tutte sono accomunate da sensazioni di benessere e di pace e dalla dilatazione o accelerazione del tempo. Ci sono persone che vedono parenti morti, che entrano in contatto con entità benigne, che si ritrovano immersi in fasci di luce, che percepiscono di star diventando un tutt’uno con l’universo o che vedono il loro corpo dall’alto e sono addirittura in grado di descrivere le operazioni fatte dai medici passo per passo. Queste persone escono profondamente segnate da tali esperienze e iniziano a vedere il mondo con occhi diversi.

Fonte immagine: Gerd Altmann da Pixabay 

Sono migliaia le testimonianze registrate, e nonostante spesso la scienza provi a dare una spiegazione a ciò attribuendo tali fenomeni a meccanismi del cervello o a reazioni chimiche, alcune di esse appaiono totalmente inspiegabili. Prima fra tutte è l’esperienza capitata a Pam Reynolds che, a causa di un aneurisma fu soggetta ad un intervento chirurgico, durante il quale rimase senza sangue al cervello per più di un’ora. Durante tutta la procedura chirurgica l’attività cerebrale era assente. La donna indossava una benda sugli occhi e degli auricolari nelle orecchie. Nonostante ciò essa racconta di aver osservato dall’alto l’operazione chirurgica ed è stata in grado di raccontare in seguito ogni singola azione svolta dai medici, e di descrivere precisamente strumenti chirurgici che non aveva mai visto prima. Significativa è anche l’esperienza vissuta dalla dottoressa Mary C. Neal che, durante un’escursione in kayak, ha avuto un incidente che l’ha portata a rimanere senza ossigeno per ben trenta minuti. Mary racconta di aver percepito il suo spirito lasciare il corpo, di aver osservato la scena dall’alto e di essere entrata in contatto con delle creature. “Ho sperimentato tutta l’eternità in ogni secondo e ogni secondo si è dilatato per tutta l’eternità” afferma la donna. La cosa più sorprendente è però ciò che le venne raccontato da quelle creature: quegli esseri infatti le predissero la morte di suo figlio Willie, che effettivamente avvenne dopo 11 anni.

Queste esperienze possono essere considerate solo coincidenze o scherzi della mente, tuttavia tutti questi eventi non possono passare inosservati: possono essere forse un primo passo per dare una risposta a uno dei grandi dubbi che attanagliano da millenni l’essere umano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.