“Miss Marx”: la ribellione e i diritti delle donne

“La donna è donna in quanto lavoratrice” è una scorretta convinzione che nasce con le rivoluzioni industriali e che porta molte attiviste a prendere parte a un vero e proprio scontro per l’affermazione dei diritti femminili. A una figura emblematica di questa lotta dedica un film una regista molto originale, Susanna Necchiarelli. Il film si intitola Miss Marx e racconta la storia di Eleanor Marx, secondogenita del celebre filosofo. La pellicola ha suscitato fin dai primi annunci l’entusiasmo della critica e si è distinta immediatamente per i suoi accesi toni femministi. Essa racconta la biografia di un’attivista politica, di una donna che lottò per i suoi ideali di emancipazione, ma che, tuttavia, cadde nella trappola nella quale ogni donna del suo tempo rischiava di incappare. La trappola in questione è proprio quella della “casa di bambola”, la stessa di cui Ibsen racconta nell’omonimo dramma, che nel film è citato svariate volte. Una scena molto singolare, infatti, vede Eleanor e il suo amante recitare di fronte a una platea e, in questa scena, realtà e finzione teatrale sembrano fondersi.

La scena infatti lascia lo spettatore nel dubbio che si tratti di una recitazione o meno. Dopo aver appreso la natura fittizia del dialogo, dunque, l’osservatore è portato a sorridere amaramente di fronte a questo scherzo dolceamaro della regia, che lo ha messo di fronte a una dura verità: la ribellione è soltanto apparente. Eleanor non ha quindi realmente intenzione di liberarsi di un padrone, perché succube di un amore tossico che non le permette di divincolarsi dalla morsa di un marito che non nutre per lei lo stesso sentimento incondizionato.

Un fotogramma del film

La protagonista, nel corso del film, si dimostra sempre più consapevole e insofferente nei confronti del patriarcato da cui è soggiogata e, attraverso dei flussi di coscienza guardando negli occhi lo spettatore e rompendo la quarta parete, racconta ciò che veramente pensa: il marito sperpera il suo patrimonio e continua a indebitarsi. Tutti gli uomini della sua vita la tengono all’oscuro di un grande segreto, come se volessero proteggerla da qualcosa che credono che non possa affrontare, eppure sarà proprio lei a rimettere in sesto i cocci rotti dalle figure maschili che, per difenderla dal mondo esterno, l’hanno chiusa sotto una campana di vetro, una gabbia dorata come fosse una bambola. Come Eleanor afferma, non ha fatto altro che passare dalle mani del padre a quelle del marito; e nessuno dei due ha mai dimostrato di amarla sul serio.

È proprio la dissimulazione che rende il film tanto attuale, sarebbe stato fin troppo semplice rappresentare una paladina dei diritti femminili che si immola per i suoi ideali e che lotta strenuamente per le donne di tutte il mondo, eppure non veniamo messi di fronte a una supereroina, ma di fronte a un essere umano. Con i suoi dubbi e le sue paure, la donna si costringe al silenzio e, testimone delle ingiurie del marito, non è padrona della sua stessa vita, fondamentalmente perché non le è mai appartenuta e, di conseguenza, tace e sopporta, come il bon ton di una dama dell’epoca le impone. Ad un tratto sembra che ci sia una rivalsa, sembra che Eleanor abbia trovato la forza per opporsi a questa realtà. In una scena sentiamo le sue parole sprezzanti nei confronti del patriarcato; lo spettatore è convinto che ci sarà una svolta, ma sarà presto deluso. A circondare la donna nella sua declamazione è una schiera di uomini, posti dalla regia simbolicamente in alto rispetto alla platea tutta al femminile ad indicare quanto questa lotta di genere debba essere combattuta dal basso, perché, in alto, è solo uno il sesso che la fa da padrone. Parole vane, che saranno inascoltate per secoli e che ancora oggi appaiono alle orecchie di molti quasi come assurdità prive di valore. Parità di genere? Pari diritti e opportunità? Quasi domande retoriche per una parte ancora troppo cospicua della popolazione.

Miss Marx è il canto del cigno di una donna carismatica, di una Giovanna d’Arco moderna, un Icaro le cui ali si sono sciolte e che non può più spiccare il volo, perché lei da sola nulla potrà mai, perché nessuno ha mai marciato in un esercito composto da una sola guerriera.

Ad oggi molti passi si sono fatti verso la parità di genere, eppure noi tutti nel nostro piccolo dobbiamo portare avanti la battaglia, al fianco di Eleanor Marx e forse un giorno, come lei stessa afferma nel film, «l’uomo e la donna potranno trovare nel cuore dell’altro ciò che è nei loro sguardi: la loro stessa immagine».

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