Superlega, la decadenza del calcio

Nel 60 a.C. Roma era una Repubblica che attraversava una fase di declino. Tutti gli organi politici pubblici erano completamente esautorati. Non molto tempo dopo, Roma divenne un impero: questa forma di governo era l’unica strada percorribile per tornare all’antico splendore.

Al giorno d’oggi si sta verificando un processo simile in ambito calcistico. I club stanno attraversando una fase tragica in termini economici; come per ogni altra cosa, il Covid ha influito pesantemente sui ricavi delle compagini sportive, specialmente nelle aziende come le grandi squadre di calcio. A seguito di questa situazione contingente – in cui tutto il mondo è stato catapultato con veemenza – le squadre con più visibilità, con più gloria passata e maggiori risorse economiche hanno deciso di creare, di loro iniziativa segreta, una lega elitaria, la cosiddetta “Superlega”. L’adesione a questa “nuova riforma” assicura l‘ingresso di economici altissimi, che andrebbero a colmare le lacune provocate dalla pandemia, evitando alle squadre di compiere sacrifici per sistemare le perdite di bilancio. È possibile, dunque, sostenere che è nata un’oligarchia calcistica, quindi economica, e quindi sociale.

Fortunatamente, a differenza dell’antica Roma, i principali organi calcistici esecutivi – la Fifa e la Uefa – detengono ancora solidità e potere, grazie ai quali hanno condannato categoricamente la “Superlega”, promettendo sanzioni gravissime. Come il presidente della UEFA, Aleksander Ceferin, ha dichiarato che i club fondatori di questa nuova competizione sono mossi da grande avidità, così anche i leader politici di tutta Europa si schierano contro, a partire da Mario Draghi: “Difendiamo la meritocrazia e preserviamo i campionati.” Con tale mossa, infatti, avverrà stravolgimento rivoluzionario che, probabilmente, comporterà un deterioramento delle leghe sportive calcistiche preesistenti.

Fonte immagine:  StockSnap da Pixabay 

Lo sport è un bene e un privilegio per tutti. Il bambino che gioca con una palla sgonfia e bucata in mezzo alla strada senza scarpe ha gli stessi diritti di tutti gli altri. Uno sport anarchico e discriminatorio non può nemmeno avere l’onore di chiamarsi “sport”, perché cessa di esistere con tutti i suoi intrinseci valori da cui si può prescindere – come il premier italiano ha ricordato. In tal modo è un business antidemocratico, e basta. Un comportamento simile è una vergogna, uno sfregio al mondo del calcio, allo sport, a tutti gli aspiranti atleti e, per di più, a tutta la popolazione che combatte unita strenuamente la battaglia contro il Covid. Le squadre che aderiscono alla Superlega – tra cui tre italiane, le grandissime blasonate del Nord, le eccezionali Juventus, Inter e Milan – voltano le spalle in modo subdolo e vigliacco al mondo intero e specialmente ai loro amanti, nonché propulsori: i tifosi, che compongono lo sport e rappresentano la vera fonte di passione, di emozione. Con un tale affronto, leggendo tra le righe, le squadre mettono davanti, in modo irrevocabile ormai, il denaro ai tifosi. Ora come non mai, il business sta schiacciando i supporter e l’essenza stessa di sport. “A sport created by the poor, stolen by the rich”.

Se nell’antica Roma non appariva all’orizzonte altra soluzione che la via verso l’impero, oggi un bivio esiste. O verrà imboccato definitivamente il sentiero avido del denaro, o quello della giusta e sempre gloriosa democrazia dai veri valori dello sport.

“Il calcio è un gioco per sognatori” disse Jurgen Klopp, uno dei manager migliori del panorama mondiale: non si tolga la magia del sogno di un tifoso o di un bambino che sogna il goal decisivo alla finale dei Mondiali, altrimenti tutto diverrà arido. Altrimenti i sentimenti si offuscheranno, e lo sport con essi.  

Immagine di copertina: alessandra barbieri da Pixabay

Un commento su “Superlega, la decadenza del calcio”

  1. Lidiano zanzi ha scritto:

    Francesco ha “colto nel segno”!L’essenza dello sport e’ dare a tutti la possibilità di realizzare i propri sogni che accompagnano i ragazzi fino alla maturita dell’esistenza!Complimenti Francesco!

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