La Generazione Z e la pandemia

Nei mesi scorsi, il quotidiano La Stampa, insieme ad alcune delle maggiori testate giornalistiche europee (The Guardian, Süddeutsche Zeitung, Le Monde, La Vanguardia), ha partecipato ad un progetto trans-europeo orientato a scoprire, attraverso un sondaggio composto da 15 quesiti, che impatto la pandemia abbia avuto, in Europa, sulla fascia demografica che comprende i giovani dai 18 ai 25 anni; in che modo l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 abbia rimodellato speranze, paure, sogni ed aspettative dei giovani della cosiddetta “Generazione Z”, ossia di quelli nati fra il 1995 e il 2010.
 
Ad aver suggerito l’esigenza di interrogarsi e riflettere su questi aspetti, è verosimile siano stati i timori espressi da più parti sul peso psicologico che noi adolescenti dovremo sopportare nel futuro, dopo più di un anno di isolamento e reclusione, imposti dal Covid-19. Una situazione così preoccupante da far parlare della nostra generazione, in particolare in alcune serie web e TV, anche come di The dismissed generation o di generazione interrotta. Una generazione sotto shock per un mondo che, all’improvviso, ha iniziato a cambiare ritmo; una generazione costretta a vivere in casa da reclusa, non potendo frequentare i propri coetanei senza i filtri di mascherine e distanze per paura del contagio, né andare a scuola, accettando di confrontarsi con percorsi didattici mai sperimentati; obbligata a cercare oltre misura dentro di sé quello che non può più ricevere da fuori.
 
L’intento di questo articolo è quello di condividere, con chi vorrà leggerlo, piuttosto che i risultati, i quesiti di quel sondaggio, in modo da offrire la possibilità di interrogarsi sui tempi posti in quel contesto, finendo per raccontarsi e raccontare un po’ di se stessi.
 
Riguardo quello che è stato definito come “L’anno della pandemia”, ad esempio, tra i quesiti del sondaggio viene chiesto:
▪ In che modo l’anno appena passato ti ha influenzato e adesso cosa pensi siano le cose veramente importanti?
▪ Il lockdown ha cambiato la tua opinione sull’amicizia?
▪ Il lockdown ha cambiato la tua opinione sulla famiglia?
▪ II lockdown ha cambiato la tua opinione sulla scuola?
▪ Pensi che dopo la pandemia dovremo cambiare il modo in cui viviamo?
▪ Sei ottimista per il futuro?
 
Leggendoli, molti di noi, forse, pur non tacendo le difficoltà vissute, potranno dire di aver vissuto il periodo del lockdown anche come un’opportunità, come un’occasione per riprendersi parte del proprio tempo, per riconsiderare i valori e i principi posti alla base della propria esistenza, in particolare famiglia ed amicizia, il fondamentale ruolo della scuola nella società, lo stile di vita al quale la contemporaneità ci ha abituati.
Altri, probabilmente, forse perché caratterizzati da una diversa sensibilità, archivieranno questo stesso periodo solo come un inutile fastidio da dimenticare al più presto.
Per tutti quanti, però, credo valga la speranza che il futuro sia propizio a ciascuno di noi.

Foto di copertina: Alexandra_Koch da Pixabay

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