Halloween, una festività che affonda le radici nella notte dei tempi

La notte del 31 ottobre, in moltissimi paesi del mondo, si festeggia Halloween. Sebbene dall’immaginario collettivo questa festività sia considerata al di fuori della nostra cultura, importata dall’America e pieno simbolo del consumismo, in realtà non è così: moltissime tradizioni legano l’Italia al mondo dei morti.

Già nell’antica Roma esisteva una festa simile: il “Mundus Patet”, ovvero “mondo aperto”, che riprendeva parte di un rituale ancora più antico con il “Mundus Cereris” Etrusco.  Questo era una fossa circolare situata nel santuario di Cerere nel Foro Romano, divinità della terra e dei raccolti. Il Mundus Cereris era chiuso con una pietra e veniva aperto solo tre giorni all’anno, ovvero il 28 agosto, il 5 ottobre e l’8 novembre. In questi giorni i defunti potevano entrare nel mondo dei vivi e proprio per questo ai vivi era vietato ingaggiare guerre, fare attività politica, sposarsi e recarsi nei templi, dato che erano giorni nefasti e di purificazione. Si pregava inoltre la benevolenza di spiriti benigni come i Mani o i Lari, per essere protetti da quelli maligni come le Larvae, i Manie, i Lemures e le streghe, che nell’antica Roma erano conosciute come le “stigi” ed erano sacerdotesse che potevano usare i loro poteri a piacimento, verso il bene o verso il male, dopo esser state iniziate alla magia e la negromanzia. Nella tradizione romana anche i dolci hanno la loro importanza: vengono infatti usati come omaggio agli spiriti benevoli per auspicare protezione o alle streghe e spiriti malvagi per placare la loro ira.

Anche le popolazioni nordiche avevano una festività simile, dal nome “Samhain”, il capodanno celtico. Durante questo giorno si pensava che il mondo dei vivi si mescolasse con quello dei morti. La festa coincideva con la fine del raccolto e la preparazione dei terreni per l’inverno, e ciò segnava il passaggio all’anno nuovo: era considerata una festa “al di fuori del tempo” poiché non apparteneva né all’anno passato né a quello a venire. I Celti in questa occasione ringraziavano i loro dei chiedendo protezione. Per esorcizzare il mondo delle tenebre, grandi e piccini si aggiravano per le strade illuminando le vie con lanterne intagliate in grosse rape, indossando costumi paurosi per spaventare gli spiriti tornati a vagare sulla terra. Si bussava alle porte delle case al motto “trick or treat?”, ovvero “dolcetto o scherzetto?” e chi dava il cibo in dono in cambio riceveva benedizioni. Era quindi una festività rispettosa dei defunti e infatti la parola Halloween è forma contratta dell’inglese arcaico All Hallow’s Eve, che letteralmente la “vigilia di tutti i Santi” (Hallow). Quando nell’800 le genti irlandesi emigrarono in America in cerca di lavoro e fortuna, portarono nel nuovo continente le loro tradizioni compresa quella di Halloween e quella di Jack O’Lantern.

Ma chi era Jack?

Se parliamo di Halloween non possiamo non citare la leggenda irlandese del fabbro Jack O’Lantern. Una sera Jack, ubriaco in un pub, incontrò il diavolo in persona: la sua anima era quasi perduta ma con estrema furbizia, chiese al diavolo di trasformarsi in una moneta, per concedersi un’ultima bevuta prima di morire. Il maligno lo accontentò e si trasformò ma Jack prontamente mise quella moneta in un borsello, che conteneva una croce d’argento. Il diavolo era stato ingannato e fu costretto a scendere a un compromesso in cambio della libertà: non avrebbe preso l’anima di Jack per i dieci anni successivi. I dieci anni passarono presto e, al loro scadere, il maligno si presentò per esigere l’anima del fabbro. Siccome l’uomo era intento a raccogliere delle mele, chiese al diavolo di poter raccogliere un ultimo frutto e questo acconsentì. Allora con un veloce gesto Jack incise una croce sull’albero dove stava seduto il maligno in modo che non potesse più scendere. Anche questa volta pur di tornare libero il diavolo strinse un nuovo patto: avrebbe risparmiato la dannazione eterna dell’anima dell’uomo. Jack O’Lantern, forte di aver raggirato il demonio, compì così tanti peccati nella sua vita che, una volta morto, il Paradiso rifiutò di accoglierlo, e altrettanto fece l’Inferno, visto il patto che aveva stretto con il diavolo anni prima. L’uomo era quindi rimasto solo, al freddo e al buio della porta degli inferi e implorava di entrare. Ma un patto era un patto! Il diavolo allora gli tirò un tizzone ardente, e Jack lo raccolse e lo mise in una rapa per farsi luce e scaldarsi. Da allora l’anima di Jack O’Lantern vaga sulla terra alla ricerca di un posto in cui riposarsi, con la sua caratteristica testa di zucca intagliata.

Purtroppo, oggi Halloween è diventata una festa prettamente commerciale, diventando celebrazione dell’orrido e del macabro, e perdendo la maggior parte del suo originario carattere spirituale e di celebrazione dei nostri santi e defunti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.