Un one-shot è una storia autoconclusiva composta da un numero ridotto di pagine. Nel mondo del fumetto giapponese sono numerosi ad essere pubblicati nelle riviste insieme alle molteplici serializzazioni.

Senza alcun dubbio, ha fatto parlare molto di sé, recentemente, Look Back: 138 pagine di pura emozione, scritte e disegnate da Tatsuki Fujimoto, rinomato mangaka che ha conquistato una straordinaria fama negli ultimi tempi, grazie al suo Chainsaw Man, fumetto dark-fantasy dal successo globale, che a breve riceverà anche un adattamento animato.

Look Back è un’opera che fa delle immagini il proprio fulcro. Non ci sono molti dialoghi ma i silenzi delle tavole raccontano molto: una storia incentrata su due ragazze accomunate da una grande passione per il disegno, la quale accompagna la loro crescita, giorno dopo giorno, tavola dopo tavola, tentativi dopo tentativi. Si tratta di una storia dal risvolto malinconico e che fa riflettere sul motivo per cui le persone si impegnano nella vita. L’esperienza e la conoscenza di Tatsuki Fujimoto – relativa alla produzione del fumetto – insieme al tratto sporco tipico delle sue opere, conferiscono al one-shot un realismo cupo e malinconico, privo di elementi di fantasia, solo e unicamente accompagnato da elementi quotidiani e da avvenimenti che possono accadere a chiunque. Notevole è anche la capacità dell’artista di rappresentare, attraverso il medium del fumetto –  che fonde arte visiva e dialogo – le emozioni nel modo più naturale e realistico possibile.

L’opera si limita a narrare le vicende da un punto di vista esterno, trasmettendo gli stati d’animo dei personaggi attraverso semplici dialoghi ed immagini ed una capacità figurativa in grado di emozionare il lettore attraverso uno dei sensi di maggiore impatto, la vista.

Look Back è, senza dubbio, la testimonianza per eccellenza del fatto che un capolavoro non è fatto necessariamente da numerose pagine, eccessive spiegazioni o elementi di grande fantasia; talvolta possono bastare semplicemente 138 pagine, una notevole capacità artistica e l’abilità di rivolgere lo sguardo alla vita, che ognuno di noi affronta, giorno dopo giorno, alternando la felicità alla tristezza, ma sempre con la capacità di rialzarsi. Anche se feriti.