Yara Gambirasio, un delitto che ha sconvolto il Paese

26 novembre 2010: Yara Gambirasio si reca in palestra e non ne fa più ritorno.
Luglio 2015: C’è un imputato: alla corte d’Assise di Bergamo si svolge il processo.
Un venerdì di novembre durante il quale non doveva allenarsi, decise ugualmente di andare in palestra per portare ai suoi insegnanti uno stereo. La madre le aveva detto di ritornare massimo alle sette di sera, poiché doveva tornare a piedi e a quell’ora, a novembre, faceva buio presto. Quella notte Yara non fece ritorno a casa.

I genitori fecero subito partire la denuncia: le forze dell’ordine e un grande numero di volontari si misero subito a lavoro e perlustrarono con attenzione i dintorni del luogo della sparizione e tutte le zone circostanti.

Tre mesi dopo, un aeromodellista nel capo di Chignolo d’Isola, distante 10 km da Bembrate di Sopra, durante la prova di un modellino, ritrovò il corpo per puro caso, poiché il suo modellino cadde, e lui per andarlo a recuperare si imbatté nel cadavere. Chiamò immediatamente le autorità, che avvisarono la PM Letizia Ruggeri, la quale dovette dare la terribile notizia ai genitori di Yara prima di recarsi sulla scena del crimine. Il RIS di Parma, durante le analisi degli indumenti indossati dalla ragazza nel momento della scomparsa, trovò un frammento di DNA che non combaciava con quello di Yara. Iniziò così la caccia a Ignoto 1.

Fonte immagine: wikipedia

Dopo aver analizzato il frammento, nell’aprile del 2013, gli inquirenti riuscirono a identificare solamente parte del DNA. La polizia, dunque, iniziò ad organizzare degli stand per fare tamponi volontari, e dopo poco tempo trovarono una somiglianza tra il DNA di un ragazzo, Damian o Guerinoni, e quello di Ignoto 1, quindi cominciarono ad indagare sui parenti del ragazzo. Si scoprì in seguito che Ignoto 1 era nato da una relazione extraconiugale tra il padre di Damiano Guerinoni e una signora di Gorno, un paese in provincia di Bergamo. Ignoto 1 da questo momento è conosciuto alle forze dell’ordine con il nome di Massimo Giuseppe Bossetti.

Massimo Bossetti, allora quarantatreenne, viveva a Mapello insieme alla moglie e ai suoi tre figli. Lavorava come carpentiere in un cantiere a Mapello, dove poi nel giugno del 2014 venne arrestato. A luglio 2015 alla corte d’Assise di Bergamo venne aperto il processo, mentre a giugno del 2016, durante gli ultimi giorni di dibattito, Bossetti venne dichiarato colpevole e condannato all’ergastolo.

Chiara Bono interpreta Yara Gambirasio nel docu-film su Yara (Fonte: Wikipedia)

Purtroppo, ancora oggi, a distanza di undici anni dall’evento, non si ha chiarezza sugli eventi che si svolsero quel venerdì sera di novembre. L’ultimo aggiornamento sul caso si ebbe il 3 giugno 2021 quando la corte d’Assise di Bergamo rigettò la richiesta da parte dei difensori di Massimo Bossetti di aver accesso ai reperti.                             

Il 18 ottobre 2021 è uscito su Netflix un docu-film molto fedele alla storia di Yara.

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