Giulia Boccardi, nata a Roma nel 1987, scrittrice e insegnante di Storia e Filosofia in un liceo di Roma, ha una vera e propria passione la storia. Dopo aver pubblicato I perché del Medioevo, torna a scrivere su questo periodo. Il titolo del suo nuovo lavoro è Forse non tutti sanno che il Medioevo e contiene curiosità, aneddoti e avvenimenti di questi mille lunghi anni di storia. Giulia, ex alunna del Liceo “Pertini”, lo ha presentato alla libreria “Scritti e Manoscritti” di Ladispoli.

“Il Medioevo – si legge nell’aletta di copertina – viene spesso indicato come un periodo in cui la superstizione dominava le menti delle persone, le malattie falcidiavano intere generazioni, le guerre devastavano le città e i re dominavano con il pugno di ferro i propri sudditi. Certo il Medioevo è stato tutto questo… ma anche molto, molto di più. È durante questo periodo che vengono infatti raggiunti alcuni dei più importanti risultati nei campi dell’arte, della scienza, della filosofia e della politica, risultati su cui si fonda la cultura occidentale così come la conosciamo oggi”.
Sabato 26 novembre l’autrice ha incontrato i suoi lettori da “Scritti & Manoscritti”, che non è solo una libreria, ma rappresenta un punto di incontro e di riferimento culturale, perché da tempo organizza incontri con scrittori.

E sabato scorso la libreria era gremita di persone di tutte le età, che hanno seguito attentamente e hanno rivolto varie domande alla scrittrice. È stato bello ascoltare gli interventi dei ragazzi e anche vedere, pieni di orgoglio, in prima fila, i nonni della scrittrice, venuti ad ascoltarla.

“La prima cosa che voglio dire – ha esordito Giulia Boccardi – è che il Medioevo non ha un nome, perché Medioevo significa età di mezzo, e questa definizione è stata data dagli uomini del Rinascimento. Questi, per il semplice fatto di vivere in un periodo di rinascita, parlavano del periodo precedente come di un’epoca oscura, come è spesso inteso ancora oggi. Con il mio libro vorrei contribuire a sfatare questo pregiudizio”.
A margine dell’incontro, abbiamo rivolto qualche domanda.
Come e quando è nato il suo amore per la Storia?
L’amore per la Storia c’è stato fin da piccola: la Storia non ci fa sentire soli. Questo è uno dei motivi per cui ne sono sempre stata appassionata; ho sempre avuto la curiosità di leggere e scoprire vicende di persone lontane da noi e la curiosità per uno storico è fondamentale. Lo storico deve essere curioso di natura, altrimenti questo mestiere annoia.
L’amore per il Medioevo è nato un pochino dopo. Penso che la prima cosa che mi abbia affascinato sia stata l’idea dei castelli, dei cavalieri, del Graal, il misterioso, il leggendario. Il Medioevo è ancora tutto da scoprire.
Come mai ha scelto proprio questo titolo per il suo libro?
È una formula che non ho deciso io per intero, ma che è stata concordata con l’editore, perché comunque attira gli appassionati e coloro che si avvicinano a quest’epoca per curiosità. In questa formula c’è una parola molto cara allo storico: il sapere, e quindi il conoscere, lo svelare. Da una parte ricalca anche il “perché” del titolo del mio libro precedente: lì facevo domande e davo risposte; qui sviluppo da punti di vista diversi degli aspetti del Medioevo, per andare a scovare il non detto, il non saputo, per andare a veicolare i contenuti con leggerezza, ma anche con scientificità e rispetto delle fonti.
Quando ha scritto il suo libro aveva già in mente il target a cui destinarlo?
Ho pensato a tre categorie. Sicuramente un pubblico giovane, perché ho cercato di raccontare un Medioevo che potesse in qualche modo catturare l’attenzione. Un pubblico adulto, che magari ha studiato il Medioevo a scuola e se lo ricorda poco, e quindi vuole approfondire determinati argomenti, e anche un pubblico di esperti, che magari ha piacere di leggere e ripercorrere il Medioevo secondo il mio modo di vedere.
Quali altri argomenti le piacerebbe trattare?
Spero un domani di scrivere un libro su un’altra epoca storica, o il Novecento o l’Ottocento, in particolare il Risorgimento, quindi le nostre radici.
Lei è stata alunna del Pertini, che ricordi ne ha? Che ruolo ha avuto per la sua formazione?
Ero nella sezione F, scientifico indirizzo linguistico. La mia passione per la storia è nata anche qui al liceo, avevo un professore che si chiamava Rodolico, oggi credo che sia in pensione.
Ho un bellissimo ricordo della scuola. Il prossimo anno probabilmente mi verrà assegnata la sede definitiva e chissà, io spero di venire a lavorare al Pertini.
Cosa ci può dire, dalla sua esperienza di insegnante, riguardo all’interesse dei giovani per la Storia? Con quale approccio insegna questa materia ai suoi alunni?
Devo dire che seguono la materia con interesse, perché io cerco di raccontare gli eventi così come li ho raccontati a voi oggi, cioè inserendo anche aneddoti ed elementi che possono stimolare la curiosità, perché l’amore per la storia nasce grazie a questo, alla curiosità.
Come potrebbe definire il rapporto tra il mondo di oggi e il Medioevo?
Io finisco il libro dicendo che, anche se a volte si sente dire il contrario, l’uomo contemporaneo è figlio del Medioevo più che dell’età antica. Dobbiamo tantissimo al Medioevo: il Comune, l’Università, Dante, anche se per un’aura ideale, soprattutto in Italia, ci sentiamo più vicini alla romanità.

ho letto con interesse il suo volume sul Medioevo e quale appassionato di Storia, soprattutto medievale, mi permetto di farle un piccolo appunto. Lei ha citato moltissimi personaggi anche non italiani ma, ha omesso di parlare della parte più importante vale a dire dell’Italia meridionale. (forse sarà oggetto di un prossimo volume?) ha citato Ruggero I° e Ruggero II° ma non vengono citate la famiglia e la relativa provenienza. Costanza d’Altavilla, Federico II° e tanti altri personaggi che hanno fatto grande il periodo. la mia non è una critica ma uno sprone a narrare tutto il possibile sulla storia d’Italia. Mi scuso se mi sono permesso di inviarle questa mail ma le parlo da ex docente e modestissimo scriba. La saluto.