Il coraggio del popolo iraniano

Cosa sta attualmente accadendo in Iran? Il popolo iraniano è sottomesso a un regime che da trent’anni priva i cittadini di ogni diritto. Nonostante il popolo combatta da anni contro il governo, solo dopo la morte della ventiduenne Mahsa Amini, avvenuta il 16 settembre di quest’anno, è esplosa la protesta nelle piazze, ma anche sui social.
Mahsa Amini è stata arrestata e, successivamente, uccisa dalla polizia perché non indossava correttamente il velo. La famiglia delle ragazze ha denunciato l’episodio sui social, nonostante fosse stata minacciata dal governo iraniano di non farlo. L’episodio ha scatenato la ribellione da parte di tutto il popolo e lo slogan delle proteste è subito diventato “women, life, freedom”, cioè “donne, vita, libertà”.

Per la prima volte le donne hanno iniziato delle proteste politiche, durante le quali si rifiutano di indossare il velo. Molte di loro lo bruciano, altre si tagliano i capelli. Sin da settembre, cioè l’inizio delle proteste, centinaia di donne sono state arrestate, torturate e uccise. Molte delle vittime erano ancora minorenni e altre giovanissime.
La polizia bombarda scuole e università, soprattutto femminili, e recentemente ha attaccato una scuola elementare durante le ore di lezione, ferendo alcuni dei presenti all’interno della struttura. Inoltre, alle donne che hanno deciso di partecipare alle proteste sono stati bloccati i conti bancari ormai da giorni.

Le motivazioni delle proteste non si limitano all’oppressione delle donne, ma si estendono anche alla povertà, alla corruzione, la discriminazione razziale e al fondamentalismo religioso. Infatti alle proteste partecipano i lavoratori da tutto il paese che scioperano da giorni.
I giovani chiedono un cambiamento radicale e attuano proteste non violente, come quella “del turbante”, nella quale tolgono il turbante agli ayatollah, i religiosi con un grande potere economico, o come il “bacio a Shiraz” in cui una coppia si è baciata per strada e la donna non indossava il velo. Molti altri bruciano le foto di Khamenei, la seconda giuda suprema del paese, e i calciatori della nazionale iraniana hanno coperto le loro medaglie durante l’esecuzione dell’inno a una partita di calcio.
Altri uomini difendono le manifestanti, come a settembre, quando un uomo che ha schiaffeggiato una donna per strada è stato aggredito da un gruppo di giovani.

Il governo iraniano limita il flusso delle notizie ed è difficile ricevere informazioni in tempo reale, perché i telegiornali sono controllati dal governo e non mostrano quello che realmente accade. Inoltre il regime crea account falsi sui social, scrivendo messaggi in cui nega ciò che sta succedendo nelle città e diffondendo immagini false.
Centinaia di persone, appoggiate dal governo, protestano a favore del velo e di un abbigliamento conservatorio, condannando le donne cha hanno bruciato i loro hijab.
Recentemente è stato giustiziato per la prima volta un manifestante, Mohsen Shekari, per aver partecipato a un blocco stradale. La polizia afferma che continuerà a uccidere tutti i leader delle manifestazioni. Nonostante le oppressioni da parte del governo, i giovani manifestanti non hanno mai interrotto le proteste e sono riusciti a diffondere la verità sui social.

Milioni di persone stanno mostrando il loro supporto al popolo iraniano: condividono foto e video delle proteste, centinaia di ragazze hanno postato dei video mentre si tagliavano una cioccia di capelli in segno di solidarietà e tutti sperano in futuro più pacifico per l’Iran.

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