112: come comportarsi in caso di emergenza

Quante volte ci siamo incuriositi guardando un film poliziesco americano in cui si effettuava una chiamata al 911? Personalmente mi ha sempre affascinato assistere a casi di emergenza, nonostante la criticità della scena. Ma siamo sicuri di sapere come comportarci in queste situazioni? La Delegata alla Formazione Sanitaria del Comune di Cerveteri Roberta Solofra ce lo ha illustrato nell’incontro di informazione  “Attivazione e Struttura del 118 – Aiutateci ad aiutarvi” tenutosi a Valcanneto il 27 dicembre scorso.

La locandina dell’incontro

In primis è importante saper valutare ciò che sta succedendo davanti ai nostri occhi. Non sempre è necessario l’intervento degli enti di soccorso. Se impariamo a riconoscere la gravità della situazione possiamo evitare di chiamare inutilmente l’ambulanza, aiutando a salvare persone che ne hanno realmente bisogno. Spesso e volentieri basta recarsi o chiamare il proprio medico di base, la guardia medica, oppure andare in pronto soccorso con mezzi propri.

Se invece si presume che questo non basti è necessario sapere come intervenire nel modo più sicuro possibile per voi e per la persona che ha bisogno di aiuto. Di fondamentale interesse è ovviamente la sicurezza della zona in cui ci si trova. Infatti la prima regola è che non si deve assolutamente rischiare di farsi male pur di salvare qualcuno. Nonostante non sia facile gestire il panico che ti assale in situazioni di questa tipologia, bisogna riconoscere il pericolo che si corre nell’avvicinarsi senza precauzioni.

Inoltre un’altra azione da non compiere assolutamente è quella di spostare l’assistito. Questo perché, se ha subìto traumi gravi, gli provocheremmo solamente ulteriori danni, che potrebbero risultare addirittura fatali.

Dal 2004 l’Unione Europea ha istituito il Numero Unico di Emergenza (NUE), con il quale chiunque si trovi in territorio europeo può effettuare la chiamata componendo il 112. Anche se si componesse un numero diverso (118, 113, 911…), la chiamata verrebbe reindirizzata alla Centrale operativa del 112. A differenza di nazioni come gli Stati Uniti d’America, in Italia avvengono due conversazioni. La prima sarà effettuata con un operatore non specializzato, che vi metterà in contatto con un collega dell’ente di soccorso che ritiene più appropriato, con cui si avrà il secondo colloquio. Nonostante questo allunghi i tempi, è necessario per capire realmente di cosa si ha bisogno.

Ma cosa dobbiamo dire al centralino? L’informazione più utile è indubbiamente quella dell’ubicazione del ferito. Ci spiega Roberta Solofra, infatti, che, anche se stiamo chiamando per una persona lontana da noi, si deve specificare il luogo del bisognoso e non quello di chi sta effettuando la chiamata. Inoltre è di dovere essere il più precisi possibili, indicando la città, la via, il numero civico, il numero della scala o della palazzina, il piano e magari anche il numero interno, in modo tale da non far perdere tempo ai soccorritori nel cercare il punto giusto. Se si ritiene necessario, è addirittura consigliato mandare una persona per strada, così che li possa guidare. In caso di incidente stradale, determinante per la tempestività del soccorso è specificare il chilometro dell’eventuale autostrada e se ci si trova prima o dopo di una determinata uscita del casello. In questo modo la centrale operativa potrà mandare l’automezzo che eseguirebbe il percorso più veloce.

Un incidente

Sottolinea poi che è significativa la collaborazione di tutti i presenti; troppe sono le persone che aggrediscono gli operatori a causa del panico o della saccenza, oppure che pretendono che l’assistito sia trasferito in un ospedale piuttosto che in un altro. Lasciamo decidere agli esperti. È d’obbligo chiudere gli animali domestici in una stanza, anche se non pensiamo che possano attaccare: non si può mai sapere cosa potrebbero fare in caso di paura.

Ma tornando alla chiamata, quali altre informazioni dobbiamo trasmettere? Se è avvenuto un incidente bisogna raccontarlo in breve, descrivendo i traumi subìti, i veicoli coinvolti, il numero dei feriti e le patologie di cui soffrono (asma, diabete…).

Effettuare un’efficace chiamata di emergenza è la chiave che serve per salvare effettivamente una persona. Da sempre la comunicazione è stata fondamentale per l’umanità, specialmente in situazioni di pericolo. Uno degli aspetti più delicati è indubbiamente la gestione del panico, ma il consiglio migliore è quello di concentrarsi e fare un’azione utile, come allontanare le persone invadenti oppure semplicemente chiamare aiuto e calmarsi. Nonostante non siate materialmente in grado di aiutare il malcapitato, questo non vuol dire che non possiate collaborare per salvarlo. Gli operatori del 118 potrebbero anche rimanere in contatto con voi per guidarvi, perciò non riagganciate la chiamata e mantenete il telefono libero.

L’incontro tenutosi, al quale ne seguiranno altri, ha avuto lo scopo di sensibilizzare i cittadini sul ruolo che loro stessi hanno nei confronti degli enti di emergenza. Notevole è però il numero di giovani che si sta iscrivendo a corsi di formazione al primo soccorso. Sarebbe stupendo infatti se tutti, almeno una volta nella vita, li seguissero perché si potrebbe contribuire a salvare centinaia di vite all’anno. Frequenti sono i casi in cui poche e semplici manovre (come quella di Heimlich o la posizione laterale di sicurezza) avrebbero potuto salvare una vita. Più persone si interessano di imparare cosa fare in caso di folgorazione, annegamento, arresto cardiaco, soffocamento e altro ancora, più si va incontro a un mondo migliore.

Fonti: https://www.ares118.it

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