Torna il teatro: il “Pertini” va in scena

Durante la storia del nostro Liceo si sono susseguite varie iniziative teatrali, però da parecchio tempo mancava un progetto di questo genere.
Quest’anno il laboratorio di teatro è tornato, grazie alle professoresse Marina Saladini e Raffaella Montani, che con grande passione e professionalità si stanno impegnando in questo progetto completamente gratuito, per far conoscere ai ragazzi del Pertini” il mondo della recitazione. L’iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo da studenti di ogni indirizzo e classe, e l’affluenza al corso è stata talmente grande che si è dovuto porre un limite alle iscrizioni.
Ogni mercoledì il laboratorio diventa un’occasione per estraniarsi dai problemi e dalla routine quotidiana per uscire dai propri panni per immedesimarsi in quelli di qualcun altro; per cimentarsi in esercizi per la memorizzazione, improvvisazioni, sketch. È un’occasione per conoscere persone nuove e per passare del tempo con leggerezza e spensieratezza, un modo diverso per distrarsi con creatività.

Com’è nata l’idea di proporre questo progetto?
Prof.ssa Saladini: In realtà ho sempre avuto l’idea di realizzare un laboratorio teatrale qui a scuola. L’ho proposto per la prima volta alla preside nell’anno scolastico 2018-2019, e ho fatto un primo tentativo con tre incontri durante la settimana fuoriclasse, a gennaio 2019, ma è stato solo un inizio: dovevamo scrivere un progetto e realizzare un lavoro più approfondito. Poi, a causa dell’emergenza Covid non è stato fatto più niente. Quest’anno, appena è stato possibile, appena siamo stati liberi, l’abbiamo fatto partire.
Prof.ssa Montani: Io collaboro con la professoressa Saladini, il progetto è suo: ha avuto questa idea di riportare al Pertini, dopo tanti anni, un progetto di laboratorio teatrale. Alcuni anni fa qui si faceva; poi l’insegnante referente è andata in pensione ed è stato cancellato. Non si è più riusciti, anche per motivi di costi, a fare un laboratorio stabile, solo qualche anno il progetto è stato portato avanti.
Speriamo che l’esperienza di quest’anno sia solo l’inizio, e che ponga le basi per continuare il laboratorio negli anni a venire.

Come trova i ragazzi che vi partecipano?
Prof.ssa Saladini: Sono bravi, motivati, curiosi: la maggior parte chiaramente è venuta per curiosità, non tutti avevano già fatto esperienza, anzi, soltanto due o tre di loro, e qualcuno aveva una grossa timidezza inizialmente. Ora mi sembra che la stiano superando bene. Sono tutti fantasiosi, pieni di voglia di lavorare: non si risparmiano mai e ci stanno dando veramente una grande soddisfazione. È bello vederli divertirsi, e per divertirsi intendo provare gioia mentre si fa qualcosa, perché il teatro è questo per noi: gioia di vivere, gioia di stare insieme, di immaginare delle storie e mettersi alla prova con qualcosa che non si è mai fatto prima, realizzare qualcosa insieme. Il teatro è soprattutto un lavoro che si fa insieme, in comunità, non esiste la primadonna, ma esistono tante persone che si aiutano e si sostengono, e finora possiamo dire che sta funzionando.
Prof.ssa Montani: Bravissimi, molto motivati, forse siamo anche un po’ vittime del nostro successo, o meglio del successo dell’iniziativa, nel senso che abbiamo dovuto purtroppo chiudere le iscrizioni perché il progetto era per venti alunni e ne abbiamo venticinque.

Che attività propone il laboratorio in occasione della Notte Bianca?
Prof.ssa Saladini: Per la Notte Bianca portiamo alcuni sketch creati dai ragazzi: noi insegnanti diamo loro un’idea e loro improvvisano sulla base di quella traccia, quindi è soprattutto qui che si vedrà la loro fantasia, la prontezza, la capacità di concentrarsi e di ascoltarsi gli uni con gli altri. È un bell’esercizio, ed è anche un primo banco di prova per gli alunni che, dai primi di novembre, per tre mesi sono venuti e si sono esercitati. Diciamo che il laboratorio nasce proprio con l’idea di fare esercizio più che scuola di teatro: si impara facendo, learning by doing, nello spirito della didattica laboratoriale, e nell’improvvisazione questo appare ancora più vero, perché, avendo soltanto una traccia iniziale, sono i ragazzi stessi a dover inventare, calandosi in un attimo nel personaggio e interagendo fra di loro.

Avete già in mente qualcosa in vista dello spettacolo di fine anno?
Prof.ssa Saladini: Per fine anno stiamo preparando un copione top-secret, ancora non possiamo dire nulla, in cui saranno coinvolti tutti i ragazzi che ci daranno conferma della loro presenza. È importante, una volta data la disponibilità, venire alle lezioni: ci sarà un vero copione da imparare a memoria e si faranno delle vere prove, si lavorerà sull’espressione della voce, sulle espressioni del corpo, sull’interazione.
Molto probabilmente sarà una commedia, sempre nello spirito del vivere la scuola con gioia e dello stare insieme divertendosi.

Prof.ssa Montani: Il progetto si è articolato in un primo periodo, da novembre alla scorsa settimana, di laboratorio vero e proprio, in cui abbiamo lavorato sulle varie tecniche con esercizi di base, mentre nella seconda parte lavoreremo su un testo specifico. Per quest’anno pensiamo, dati i tempi ristretti, di lavorare su un testo classico, semplice, qualcosa di leggero che però possa essere aperto a numerose persone. Per l’anno prossimo vedremo se cominciare invece il laboratorio preparando fin dall’inizio la messa in scena di uno spettacolo, con il supporto dell’esperienza già acquisita dai ragazzi in questo primo corso.

Qual è il suo rapporto con il teatro?
Prof.ssa Saladini: Ho iniziato a praticare il teatro da adulta, avevo circa 30, 35 anni, seguivo un corso professionale con un regista di formazione accademica. Ero in un momento non facile per me dal punto di vista personale, e il teatro mi ha sempre fatto stare bene. Al di là di quello che si faceva, che poteva essere il testo di un grande autore o un semplice esercizio, per me era un momento in cui veramente dimenticavo tutto il mondo esterno, i problemi, riuscivo a ritrovare l’armonia con me stessa, e quando tornavo a casa affrontavo tutto con maggior serenità, con maggior forza e lucidità. Uno dei principi su cui si basa questo laboratorio è proprio questo: non solo favorire, come dicevamo prima, la socializzazione, l’imparare a stare con gli altri, ma anche aiutare i ragazzi a conoscersi e ad essere più sereni.
Prof.ssa Montani: Io sono una vera appassionata. Anche se è molto lontano dai miei studi (sono un’insegnante di matematica e fisica), sono ormai quarant’anni che frequento laboratori, corsi, e realizzo lavori amatoriali. Questa però è la prima volta che mi pongo dal lato opposto, ossia quello della direzione, dell’organizzazione e della regia, quindi è un’esperienza nuova anche per me, pur avendo molti anni di pratica alle spalle.
Penso che nella scuola il teatro sia importantissimo, perché sviluppa le cosiddette competenze non cognitive, ovvero il lavorare in gruppo, l’estroversione, il mettersi in gioco: ad esempio, tutte le esercitazioni che facciamo sull’improvvisazione servono per sviluppare l’abilità di affrontare gli imprevisti nella maniera più opportuna, capacità che ha una ricaduta, anche se non sembra, in ambiti che apparentemente sono lontani dal palcoscenico. Penso dunque che a scuola questo tipo di lavoro sia fondamentale, oltre che bello, divertente e piacevole: al di là dell’aspetto ludico e delle competenze è utile fare questo tipo di esperienza anche per la ricaduta su tutte le materie, tutte le discipline, e sulla formazione personale degli alunni.

Ringraziamo le professoresse Saladini e Montani per la loro disponibilità e aspettiamo con impazienza che lo spettacolo abbia inizio.

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