Qualcuno ha detto skincare?

Chi, nella propria vita, non ha mai desiderato l’elisir di eterna giovinezza? Ebbene, già nel Medioevo prodi e valorosi cavalieri si erano cimentati nell’ardua ma speranzosa ricerca di una fonte in grado di garantire perfino l’immortalità. La ricerca non è ancora giunta alla meta, però abbiamo trovato un buon compromesso: la skincare. C’è da dire, però, che la skincare non è soltanto un semplice trattamento di cura per il corpo, ma è ben altro. È un momento da dedicare a noi stessi. Quindici/venti minuti in cui chiudere gli occhi e rilassarsi, magari con una musica in sottofondo, da soli o meglio in compagnia. Si può affermare con certezza che l’espressione oraziana “unire l’utile al dilettevole” calzi a pennello.

Le industrie di cosmetica sono in costante aumento. Ed è qui che entra in gioco un colosso sudcoreano, con la sua vasta gamma di prodotti che garantiscono una pelle liscia e raggiante. I prodotti coreani vengono posti come modello indiscusso, venendo spesso menzionati alla pari dei beni di lusso. La vera domanda è: meritano davvero il primo posto in classifica? Scopriamolo insieme.

1. Rapporto qualità-prezzo eccezionale

I prodotti coreani sono considerati di alta qualità e offrono un buon rapporto qualità-prezzo. Questo è dovuto essenzialmente a una sempre maggiore richiesta e, pertanto, le leggi del mercato rendono il prezzo moderato e più accessibile al pubblico. Erroneamente si pensa che siano indirizzati esclusivamente alle donne, in realtà negli ultimi tempi avanzano specialmente nella sfera maschile, aumentando così le entrate a dismisura. La cosmetica coreana è famosa in tutto il mondo e non solamente nei paesi asiatici, soprattutto per la vasta e variegata gamma di prodotti in commercio.

Statistiche fatturato del mercato della cosmesi in Sud Corea;
Fonte: Statista

2. Ce n’è per tutti

Sorprendentemente, ormai è davvero difficile non trovare una maschera per il viso che non si adatti al proprio tipo di pelle, per quanto possa presentare peculiarità o condizioni cliniche particolari. Maschere alla fragranza di tè verde, aloe, cocco, frutto della passione, mango, zucchero filato, miele, cannella, e non solo. Si vendono in tessuto biodegradabile, eco-friendly, vegane. Specifiche per il contorno occhi, per le labbra, per le mani e persino per i piedi. Insomma, c’è l’imbarazzo della scelta.

3. Non solo maschere

Data l’enorme diffusione, le catene di profumerie più famose esistenti hanno, anche in Italia, un reparto dedicato alla cosmetica coreana. Si, le maschere sono sicuramente il prodotto più venduto per via della loro versatilità, ma ci sono molti altri prodotti che le accompagnano sugli scaffali, volti a migliorare la qualità della pelle, soprattutto quella del viso. Tra i più popolari troviamo gli elisir di vitamina C e acido ialuronico. O ancora, trattamenti con creme non eccessivamente pesanti che riescono quindi, possedendo una maggiore base acquosa, a penetrare bene nella pelle e scomparire al tatto.

4. Uno stile di vita

Nei Paesi limitrofi la Corea, come il Giappone, la Thailandia e una buona parte della Cina, i prodotti coreani sono largamente diffusi per via di una nuova ed emergente cultura, sviluppatasi soprattutto nelle nuove generazioni, volta a migliorare la propria bellezza estetica. Infatti, in questi paesi, è quotidianità che i genitori regalino ai propri figli, sia ragazzi che ragazze, già dall’età di 15 anni, piccoli trattamenti come rinoplastiche. È curioso sapere come la doppia palpebra occidentale, a cui non si fa spesso caso, rappresenti per gli orientali un must che rientra nei canoni ideali di bellezza. Nelle TV orientali spesso le pubblicità maggiormente mandate in onda concernono proprio palestre, centri estetici e di chirurgia estetica.

5. I social network

Essendo un paese rinato recentemente, ricostruito da zero, ha largamente ed intelligentemente investito sulla tecnologia. In questo clima, lo sviluppo dell’industria cosmetica ha beneficiato delle tecnologie d’avanguardia a prezzi competitivi. Un caso eclatante che riguarda questo aspetto è il debutto della prima influencer virtuale, molto seguita, che vende addirittura i propri prodotti nelle profumerie (per i curiosi, ecco il suo profilo instagram: @rozy.gram). La virtual influencer risulta un ottimo stratagemma per i brand, in quanto non invecchia e non può in alcun modo destare scandalo con le sue stesse azioni e, pertanto, garantisce un’immagine sicura ai prodotti.

Fonte: Instagram

Questo stile di vita “positivo” promosso dai social ha preso piede tra i giovani non solamente in Oriente, ma anche nel resto del mondo. Non è pura globalizzazione, bensì è una strada, come il progresso scientifico, che conduce ad un miglioramento della qualità della vita. Un prodotto fruibile da tutti, che nel suo piccolo unisce senza differenze di genere o nazionalità, contribuendo a creare un’umanità più “bella”.

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