Mai come oggi, in seguito all’esperienza della pandemia, la medicina ha assunto un’importanza primaria nell’ottica di ognuno di noi. I medici hanno rappresentato dei punti di riferimento fondamentali per salvaguardare la vita delle persone dal Covid-19. Proprio questo infatti è il fine ultimo della medicina: garantire la salute degli individui attraverso lo studio delle malattie.
Ma come veniva intesa la medicina durante l’antichità greca e romana? Proprio quest’interessante tematica ha costituito il tema centrale del convegno organizzato dal Liceo “Tasso” di Roma, al quale hanno potuto assistere per via telematica le classi 3°E e 5°E e tre alunne del 4°E del Liceo “Sandro Pertini” di Ladispoli.

Attraverso gli interventi di docenti e alunni, è stata ripercorsa la storia della medicina nell’antichità, a partire dal termine farmakon, già attestato nelle tavolette in lineare B. Tale parola è una vox media, traducibile con “rimedio” o “veleno”, così come è polisemico il sostantivo farmakos. Il suo significato è “vittima, capo espiatorio” e indica sia un individuo pericoloso che deve essere allontanato dalla città, sia la purificazione della stessa polis, attraverso, appunto, l’eliminazione dell’individuo.
Il vocabolo farmakon ricorre con frequenza anche nell’Iliade e nell’Odissea. Nel primo poema, si fa riferimento ai farmaci blandi che hanno lo scopo di curare i guerrieri feriti in battaglia.

Nell’Odissea, invece, si istaura uno stretto legame tra la medicina e la magia. Proprio l’epiteto farmakis, infatti, accompagna la figura di Circe, la maga che trasforma i compagni dell’eroe in maiali. Oltre a tale incantesimo, nel poema si parla anche del moly, ovvero l’erba in grado di contrastare il sortilegio, e del nepente, il veleno che Elena versa nel vino che Telemaco e Menelao stanno bevendo, per lenire il loro dolore.

Platone vedeva negativamente sia la magia, sia il farmakon, poiché il rimedio, come il veleno, rappresenta un elemento dannoso, in quanto deforma la natura delle cose. Il filosofo infatti, all’interno delle “Leggi” sottolinea il suo disprezzo per la magia nera che deve essere allontanata. Platone, infine, predilige i “farmaka dell’anima”, attraverso i quali il filosofo è in grado di “curare” l’anima delle persone.
Interessante è poi la visione del farmakon del sofista Gorgia, che si contrappone alla concezione di Ippocrate, padre della medicina. Se Ippocrate sostiene che la realtà sia conoscibile e modificabile attraverso il farmakon, al contrario, Gorgia ritiene che la realtà sia intoccabile e immodificabile, e nel suo Encomio di Elena dichiara che il vero farmakon sia, in realtà, la parola, capace di dominare gli stati d’animo degli uomini.
Dal mondo greco siamo a passati ad occuparci del mondo medievale, grazie all’intervento di due studenti e una professoressa del “Liceo Vittorio Emanuele” di Lanciano, che hanno affrontato il tema della biomedica delle donne.
Un grande contributo al progresso della medicina, infatti, si deve alle cosiddette Mulieres Salernitanae, le Dame della Scuola Medica di Salerno dell’XI secolo, capeggiate da Trotula del Ruggiero. Grazie a queste mediche sono stati portati avanti i primi studi sul corpo femminile in medicina. Nonostante l’epoca fosse caratterizzata da stereotipi maschilisti, esse furono libere di trattare argomenti sessuali senza moralismi e condizionamenti religiosi. Per esempio per la prima volta si parlò di mestruazioni.
Nel corso della storia si hanno numerosi esempi di donne che esercitavano l’arte medica, e proprio per questo, anche se molti lo ignorano, esiste il femminile del vocabolo “medico”, ovvero “medica”, che non si tratta di una specie di forzatura cacofonica, ma di un sostantivo che deve essere opportunamente impiegato.

Arriviamo quindi a parlare di una scoperta fondamentale per la storia della medicina, ovvero quella del corpo umano, chiaramente approfondita dal professore Lorenzo Perilli. In questo senso furono molto importanti gli studi del medico Galeno di Pergamo, nato nel 130 d.C., i cui punti di vista hanno dominato la medicina occidentale per tredici secoli, fino al Rinascimento, quando cominciarono lentamente a essere messi in discussione, per esempio dall’opera di Vesalio. Galeno aveva capito l’importanza dello studio del corpo e aveva approfondito lo studio dell’anatomia. Egli prese in esame il modello animale, soprattutto la scimmia, per applicare le sue osservazioni anche al corpo umano.

Non si può, in un discorso relativo alla medicina nell’antichità, non parlare del famoso giuramento di Ippocrate, il padre della medicina. A questo proposito è stato significativo l’intervento della professoressa Giulia Ecca, la quale ha anche ripercorso la storia del corpus Hippocraticum, un insieme eterogeneo di opere che riguardano la deontologia medica e l’etica.
Il giuramento di Ippocrate costituisce una sorta di auto-imposizione, con cui il medico descrive una serie di regole. La medicina allora era considerata come un’arte liberale, che mirava alla filantropia, non al guadagno. Fondamentale era il rispetto che il medico doveva mostrare nei confronti dei familiare del malato. Infatti molto spesso accadeva che il medico in persona si recasse nella casa dei malati, in cui erano presenti, oltre ai familiari, gli amici, ma anche gli studenti del medico e le persone curiose che cercavano di vedere cose succedeva.
Del grande corpus Hippocraticum è stata analizzata, per esempio, l’opera De Medico, la quale contiene delle prescrizioni relative all’etica e all’estetica. In essa si dichiara che il medico è kalos kai agathos, ovvero bello fisicamente e virtuoso, in quanto deve infondere fiducia nei suoi pazienti. Anche la sua veste deve essere decorosa e rispettare sempre il principio del me lien, quindi della giusta misura. Allo stesso modo, l’atteggiamento del medico deve essere benevolo, ma non amichevole, per non rischiare di perdere autorevolezza, il suo sguardo deve essere riflessivo ma non troppo severo.

Con quest’ultimo argomento si è concluso il convegno, che ha rappresentato per noi alunni, un’occasione importante per approfondire le nostre conoscenze sulla medicina, una scienza che ha subito nella storia diverse evoluzioni e che è fondamentale per garantire la vita e la salute.
Bellissimo articolo, molto interessante, complimenti Linda!