Il Museo Egizio di Torino: tra storia ed enigmi

Situato nel pieno cuore della città taurina, il Museo Egizio di Torino è un vero e proprio scrigno di tesori che ci dà l’opportunità di entrare in contatto con una delle civiltà più antiche e misteriose della storia. La sua importanza è seconda solo a quella del Museo del Cairo. È situato presso il Palazzo dell’Accademia delle Scienze, realizzato da Guarino Guarini nel XVII secolo.

Tempio rupestre di Ellesija

La sua storia nasce nel 1824, quando re Carlo Felice di Savoia decise di aprire al pubblico la sua inestimabile collezione privata di reperti egizi. Nel corso degli anni, i sovrani sabaudi erano entrati in possesso di numerosi artefatti, in pieno accordo con la moda del tempo, grazie a cui le famiglie nobili d’Europa si dilettavano a collezionare reliquie da ogni parte del mondo. Un esempio ne è la Tavola bembina, tavoletta di epoca romana ottenuta da Carlo Emanuele I per mano dei Gonzaga. Attualmente la collezione comprende più di 40.000 pezzi ed è esposta in 12.000 m2 di museo.

La Mensa isiaca (o Tavola bembina) romana

Dopo aver goduto degli splendidi Giardini Reali, aver ammirato l’imponente Cupola del Guarini e consumato un delizioso gelato Pepino, i visitatori sono accolti da un percorso nei secoli che hanno accompagnato il popolo egizio. A partire dal paleolitico, attraversando l’Egitto tolemaico di Cleopatra e terminando con il periodo copto, si viene catapultati in sale colme di sarcofagi, ventiquattro mummie, settecento rotoli interi di papiro, vasi canopi e statue imponenti. Queste ultime possono arrivare a pesare perfino cinque tonnellate. Si può addirittura passare attraverso alcuni originali complessi architettonici.

Scatti di Enea Elshemshiery

Sottoposto a un’importante rinnovazione nel 2015, il Museo ha riaperto le sue porte con l’aggiunta di nuove tecnologie che facilitano la visita e arricchiscono l’esperienza. Ogni minimo dettaglio è stato curato: i tabelloni espositivi sono scritti in italiano, inglese e arabo, data la grande affluenza di arabofoni registrata in precedenza. Inoltre il percorso è adesso accessibile anche a persone con necessità specifiche. Nel 2022 è stato inaugurato un giardino botanico dedicato alla flora dell’antico Egitto, composta da papiri, palme e fiori di loto.

Scatti di Enea Elshemshiery
Scatti di Enea Elshemshiery

Quando si passeggia per le sale dell’edificio, si viene avvolti da un’atmosfera unica, che rende possibile immedesimarsi nella vita comune egizia grazie all’attenta disposizione dei reperti. Notevole è la quantità di oggetti di uso quotidiano dell’epoca, dalle posate alle lenzuola, come nel caso del corredo funebre della regina Nefertari. Inoltre è possibile entrare nella fedele ricostruzione della cappella funerale di Maia, situata nei pressi di Luxor, e nell’originale tempio rupestre di Ellesija, salvato dalla creazione del Lago Nasser. Uno dei pezzi forti della collezione è il Papiro di Torino, notevole fonte sulla cronologia dei faraoni egizi.

Corredo funebre e vaso canopo, scatti di Enea Elshemshiery

Dunque il Museo Egizio di Torino è molto più di una semplice raccolta di reperti antichi; è un posto magico che ci permette di viaggiare indietro nel tempo, di immergerci nella vita, nella cultura e nella religione nilota, non senza suscitare ulteriori enigmi su questa civiltà affascinante e misteriosa, ancora dopo millenni. Consigliamo a tutti di regalarsi almeno una volta nella vita questa visita indimenticabile e stimolante, che può ampliare il bagaglio culturale di tutti. Ovviamente non tralasciate le altre bellezze naturali e architettoniche di Torino, città regale e innovativa in tutti i suoi aspetti.

Un commento su “Il Museo Egizio di Torino: tra storia ed enigmi”

  1. Sergio Mostatda ha scritto:

    La descrizione è ampia e interessante, piena di particolari e ben fatta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.