La danza in Italia, un bene da tutelare

In un’intervista a Repubblica, Roberto Bolle, uno tra i più eccellenti ballerini italiani, ha espresso tutta la sua amarezza: “In Italia la danza è ignorata e maltrattata”.

Gli spettacoli di danza negli ultimi anni sono diminuiti drasticamente, poiché l’affluenza di pubblico è molto limitata: per un teatro è molto più redditizio portare in scena un’opera lirica piuttosto che un balletto con orchestra dal vivo.

I teatri gradualmente hanno licenziato i ballerini che componevano il corpo di ballo, ovvero tutti i danzatori che formano la compagnia che dava vita a ogni spettacolo. Tutti i teatri, ad eccezione di quelli storici, si ritrovano già nel 2012 senza compagnie, e sono costretti ad ingaggiare per ogni spettacolo un numero di ballerini: per Lo Schiaccianoci servono 25 ballerini, ne vengono assunti 25 che faranno esclusivamente Lo Schiaccianoci nelle date prestabilite, poi per lo spettacolo successivo verranno scelti altri artisti.

Lo Schiaccianoci della compagnia del Teatro di San Pietroburgo

Il ballerino si ritrova quindi senza compagnia, senza la certezza di ballare, e quindi di lavorare.

Il vero problema nasce però quando anche i teatri storici perdono il corpo di ballo. All'”Arena” di Verona, al “Maggio”, a Firenze non esiste più un corpo di ballo. Il dolore più grande per gli appassionati di questa disciplina arriva quando anche il Teatro storico di Palermo si trova costretto, per mancanza di fondi, ad abbandonare il proprio corpo di ballo.

In Italia non sono mai stati concessi molti fondi ai teatri e proprio a questo Bolle attribuisce la causa della decadenza della danza. Lavorando in America, afferma, ha capito quanto venga apprezzata quest’arte: i teatri sono gestiti dallo Stato, ma sono soprattutto i privati, con le loro donazioni, a tenerli in vita. In Italia questo non è possibile e si è costretti a guardare morire una parte della nostra cultura senza poter fare nulla.

Solo tre teatri riescono a mantenere il corpo di ballo: l’Opera di Roma, il “San Carlo” di Napoli e la “Scala” di Milano; o meglio, apparentemente riescono a mantenere il copro di ballo.

Nella compagnia dell’Opera infatti, composta da ben 80 ballerini, solo 12 di questi sono stabili. Già questo è un importante passo avanti, ma che risulta ancora piccolo se si pensa all’importanza e all’influenza che culturalmente la danza ha nel nostro Paese. Bisogna dare i meriti a Eleonora Abbagnato, direttrice del corpo di ballo dell’Opera, che afferma: “Puntiamo a un rilancio non solo della Compagnia ma anche dei nostri giovani talenti italiani”. Nel maggio del 2018 sono entrati a far parte della compagnia tre giovani, promettenti promesse per il futuro, che prima lavoravano in compagnie che oggi non esistono più.

Eleonora Abbagnato, al Teatro dell’Opera di Roma

Bisogna sperare che grazie alla guida di persone capaci, come Eleonora Abbagnato, si arrivi a un cambiamento. Dobbiamo anche noi fare la nostra parte andando a teatro e apprezzando l’arte della danza.

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