Il ghosting, gli effetti di una fuga senza spiegazioni

Vi è mai capitato che una persona a voi vicina sia sparita improvvisamente smettendo di rispondere agli SMS, alle chiamate e a qualsiasi tentativo di comunicazione, proprio come un fantasma? E che improvvisamente la vostra relazione, che sia d’amore o di amicizia, abbia smesso di esistere senza nessuna spiegazione, creando in voi uno stato di confusione e malessere? Ebbene sì, non siete i primi e, sfortunatamente, non sarete neanche gli ultimi; infatti, questa pratica è molto diffusa al giorno d’oggi ed ha un nome preciso, nato all’inizio degli anni 2000: ghosting.

Ma come si riconosce un ghoster?

Chi fa ghosting sparisce senza spiegarne il motivo, senza chiarire le cause, “tagliando i ponti” evitando completamente di affrontare e confrontarsi con l’altra persona. Questo fenomeno è divenuto più comune con la diffusione della tecnologia: con i mezzi di oggi è più facile evitare e smettere di relazionarsi con una persona tramite un semplice click su unfollow. In questo modo viene meno un contatto fisico, che avrebbe permesso alla persona che vuole chiudere una relazione di essere più empatica, come succedeva in passato, Prima il confronto era più diretto, però era quasi impossibile scappare da una persona e allontanarsi senza un pretesto specifico.

Le cause possono essere molteplici e variano a seconda della situazione: spesso chi sparisce lo fa perché il rapporto sta prendendo una piega indesiderata o magari potrebbe sentirsi inappropriato. Tuttavia ci sono persone che, ritenendo questa pratica “indolore”, la usano per svincolarsi dalla reale motivazione .

Elaborazione grafica di Emanuela Cascone

Ad ogni modo, per chi viene “ghostato” è facile rimanere passivi e indifferenti?

No, il più delle volte la vittima tende a cercare di capire le cause di tale comportamento e si prende la responsabilità dell’accaduto facendo nascere insicurezze e problemi di autostima. Per questi in genere è difficile accettare la fine di una relazione non ufficializzata; ciò può portare a cadere nell’angoscia, nella malinconia, nella rabbia e nelle domande continue. Superare i problemi emotivi causati da questa improvvisa mancanza, smettendo di scalare il “muro del silenzio” costruito dal ghoster diviene quasi impossibile. Gli effetti di tutto questo sono definibili violenza psicologica e il dolore, oltre che psichico, arriva a essere anche fisico.

Come reagire?

Non è possibile avere una soluzione che valga indistintamente per tutti: il ghoster rimane con il peso di una verità mai detta e la vittima non saprà mai cosa e come migliorarsi. È fondamentale avere chiaro che la causa di questo fenomeno non è chi subisce ghosting, ma chi “sparisce”.

Laddove fosse possibile, sarebbe utile dialogare faccia a faccia con lo stesso “ghost” affinché possa essere consapevole delle reazioni psicologiche che ha scaturito così da evitare che lo faccia di nuovo in futuro con voi o con altre persone. Oppure si potrebbe attuare un atteggiamento di “no-contact” cioè di non cercare ripetutamente l’altra persona e sforzarsi di osservare con distacco per riuscire a comprendere l’effettivo valore della relazione precedentemente instaurata.

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