Mare Fuori: tra realtà e immaginazione

Mare fuori è una serie televisiva italiana ideata da Cristiana Farina e prodotta da Rai Fiction e Picomedia, distribuita a partire dal 2020. La serie è incentrata sulle vicende dei detenuti e del personale di un immaginario istituto penale per minorenni di Napoli, liberamente ispirato al carcere di Nisida. Questa serie ha avuto molto successo in Italia tra gli adolescenti e i giovani, perché racconta nel dettaglio le difficoltà, le speranze, gli insuccessi di ogni ragazzo, appassionando gli spettatori a seguire la crescita dei personaggi, per scoprire cosa riserverà loro la vita futura. La quarta stagione della serie “Mare Fuori” è già in onda e la colonna sonora, conosciuta e cantata da tutti noi, che accompagna tutte le stagioni della serie è quella di Stefano Lentini. La serie è nota anche con il titolo internazionale “The Sea Beyond”.

L’Istituto penale per minorenni dove è ambientata la serie

I protagonisti di questa serie sono Carmine Di Salvo e Filippo Ferrari, due adolescenti che sembrano non avere nulla in comune: il primo proviene da una famiglia camorrista dalla quale vorrebbe solo distaccarsi per costruirsi una vita onesta con la fidanzata Nina e diventare un parrucchiere professionista; il secondo, invece, è un promettente pianista nato in una benestante famiglia di Milano che si trova in vacanza nel capoluogo campano con tre suoi amici. Entrambi vengono arrestati e rinchiusi in regime di custodia cautelare nel carcere minorile, dove vengono subito notati e presi di mira dal detenuto Ciro Ricci, figlio di un potente boss capo di una famiglia camorrista rivale dei Di Salvo, affermatosi come capo banda tra le mura del penitenziario. Nel settore femminile giunge invece Naditza, una ragazza rom con la quale Filippo avrà una tormentata e complicata storia d’amore. Filippo e Carmine nonostante le loro differenze, diventano migliori amici e la loro presenza ribalta l’equilibrio nel penitenziario, compreso il posto di capo appartenente al dispotico Ciro. Le circostanze e gli avvenimenti che vedranno come protagonisti principalmente Ciro, Carmine e Filippo daranno l’avvio ad una continua serie e catena di causa ed effetto, dando così vita a tante vicende pure pericolose che implicheranno anche nel futuro chiunque stia loro vicino. Tutti i detenuti hanno storie particolarmente difficili. Alcuni provengono da delle famiglie criminali e non hanno alcuna intenzione di cambiare vita; altri, pur essendo cresciuti in ambienti criminali e malavitosi, con fatica vogliono distaccarsene per vivere diversamente; alcuni provengono da un ambiente familiare totalmente disfunzionale a causa del quale sono rimasti abbandonati a se stessi; altri hanno commesso degli errori perché esasperati dai soprusi degli adulti; alcuni invece sono stati arrestati per crimini non commessi; altri ancora sono nati in famiglie oneste ma hanno subito il fascino del cosiddetto “sistema”, ovvero il mondo malavitoso, e l’illusione dell’agiatezza che esso garantirebbe. A cercare di far capire ai ragazzi che tutti possono cambiare ed iniziare a vivere onestamente ci sono la direttrice Paola Vinci, il comandante della polizia penitenziaria Massimo Esposito, l’educatore Beppe Romano e le guardie. Ciascuno di loro, a proprio modo anche grazie alle proprie esperienze in campo sia lavorativo che personale, cerca di dimostrare e si impegna a far capire ai detenuti che una via diversa è sempre possibile.

I due protagonisti della storia

Cos’è un carcere minorile?

È un’istituzione che mira a fornire una risposta alla devianza minorile, offrendo un ambiente strutturato e programmi di riabilitazione per i giovani che hanno commesso reati. Tuttavia, è importante notare che le caratteristiche specifiche delle carceri minorili possono variare notevolmente da un luogo all’altro, sia all’interno dello stesso paese che a livello internazionale.

Un argomento di cui si è parlato molto e su cui le persone si sono fatte molte domande è proprio se realmente tutto ciò che vediamo all’interno della serie sia cosi anche nella vita reale delle comunità in cui sono ristretti. Le differenze tra la serie e la realtà sono notevoli, perchè la serie rappresenta un’ideale di carcere minorile, dove ognuno viene aiutato, supportato, capito ed è soprattutto libero di scegliere chi essere da grande. Ma la realtà, lo sappiamo benissimo tutti, non è purtroppo cosi. 

Alcune differenze elencate nel dettaglio:

Secondo alcune ricerche e informazioni prese da video e lavoratori all’interno dei carceri, i permessi che vengono dati ai detenuti all’interno della comunità di Napoli, nella realtà non ci sono. Non c’è nemmeno la vicinanza tra detenuti maschi e femmine, che è limitata solo in caso di alcune attività e in contesti come la colazione. Le uscite non sono quasi mai accettate, a meno di non ottenere un permesso e comunque con un’appropriata sorveglianza. 

  1. Estetica e atmosfera: Nella serie, il carcere minorile è reso più drammatico ed estremo per accentuare i conflitti e le tensioni tra i personaggi. Questo non corrispondere alla realtà di tutti i centri di detenzione minorile. La serie enfatizza le dinamiche sociali all’interno del carcere minorile, comprese le gerarchie tra detenuti, le alleanze e le rivalità. Mentre alcune di queste dinamiche possono essere presenti anche nella realtà, è importante notare che la serie potrebbe esagerare o semplificare tali elementi per scopi narrativi.
  2. Rappresentazione dei detenuti e del personale: La serie si concentra su personaggi specifici o situazioni estreme per scopi narrativi, mentre nella realtà la composizione della popolazione carceraria e del personale è più variegata e complessa. Le carceri minorili nella realtà sono gestite da personale qualificato, tra cui educatori, assistenti sociali, psicologi e agenti di polizia penitenziaria, che lavorano per fornire supporto e supervisione ai detenuti. La serie rappresenta il personale e l’amministrazione in modo più drammatico o stereotipato.
  3. Eventi e trame: Le storie e gli eventi narrati nella serie sono frutto della fantasia dei creatori e non riflettono fedelmente la vita quotidiana in un carcere minorile reale. Le storie dei detenuti nella serie sono romanzate o basate su eventi reali, ma è importante considerare che ogni individuo ha una storia unica e complessa che contribuisce al suo coinvolgimento nel sistema penale minorile.
  4. Condizioni fisiche e strutture: La serie rappresenta le condizioni fisiche del carcere minorile in modo più drammatico o degradante rispetto alla realtà, sebbene possano esserci casi in cui le strutture carcerarie presentino problemi reali.
  5. Trattamento e riabilitazione: La serie si concentra sulle dinamiche dei personaggi e sulla loro ricerca di redenzione, mentre nella realtà il processo di riabilitazione è più complesso e variegato, coinvolgendo diverse istituzioni e approcci. Le carceri minorili nella realtà offrono una varietà di programmi educativi, terapeutici e di riabilitazione per i giovani detenuti, con l’obiettivo di favorire il loro reinserimento sociale e la prevenzione della recidiva. Tali programmi possono variare in base alle risorse disponibili e alla legislazione locale. 

La vita di ognuno di noi dipende da molti fattori, tra i quali gioca un ruolo importante anche la fortuna. Pochi giorni fa mentre pensavo a come impostare il mio articolo, in gita con la mia classe, ho incontrato in modo casuale Serena De Ferrari, che interpreta uno dei personaggi della serie, e ho fatto una foto come ricordo. 

Serena De Ferrari (con la tuta verde) interpreta il ruolo di Viola nella serie

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