Piatti tipici pasquali: storia e tradizione a tavola

Mancano poche ore a Pasqua e tutti stiamo già pregustando col pensiero i deliziosi piatti che mangeremo durante i giorni di festa. Uova di cioccolato, pastiere, abbacchi, e chi più ne ha più ne metta: la tradizione italiana è ricca di piatti tipici pasquali. Ma quali sono le storie dietro queste prelibatezze? Andiamo a scoprirle.

Piatti tipici pasquali ph: blog.giallozafferano.it

LE UOVA

Le origini delle uova di Pasqua sono da ricondurre al re Sole. A inizio Settecento, infatti, Luigi XIV fece realizzare un uovo di crema di cacao dal suo chocolatier di corte. L’usanza di regalare le uova però è più antica e risale al Medioevo: in Germania e nei paesi scandinavi erano scambiate come pegno d’amore o come premi per giochi. Decorarle e colorarle di rosso (in memoria del sangue di Cristo) è un’antica tradizione dei paesi balcanici, ma l’usanza si è poi diffusa in tutta Europa.

Con l’avvento del cristianesimo nel mondo occidentale, l’uovo fu poi associato alla festività della Pasqua: infatti somiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù. Dentro l’uovo c’è però una nuova vita pronta a sbocciare da ciò che sembrava morto. In questo modo, l’uovo diventa quindi un simbolo di resurrezione.

Le uova decorate più famose e preziose sono quelle dell’orafo Peter Carl Fabergé della corte dei Romanov a cui lo zar Alessandro III di Russia nel 1887 commissionò le famose uova smaltate, arricchite di pietre preziose e gioielli. Se oggi nell’uovo di Pasqua troviamo una sorpresa è merito di Fabergé. Ma non tutti concordano. C’è chi dice che già nel Settecento a Torino c’era l’usanza di inserire un piccolo dono dentro le uova di cioccolato.

Uovo decorato di Fabergé ph: barnebys.it

AGNELLO

In tutta Italia, il piatto forte del pranzo pasquale è l’agnello, preparato in modi diversi a seconda della regione. Il suo consumo è legato sia alla Pasqua Ebraica – prima dell’esodo dall’Egitto, secondo quanto prescritto da Dio a Mosè, il popolo d’Israele sacrificò un agnello e lo mangiò arrostito, insieme alle erbe amare e al pane azzimo – sia a quella Cristiana – nella quale incarna il sacrificio di Cristo sulla croce.

Abbacchio alla romana ph: cucchiaio.it

TORTA PASQUALINA

Nata a Genova nel XV secolo, è una torta salata costituita da 33 sfoglie – secondo le ricette più antiche in ricordo degli anni di Cristo – che vengono farcite con un ripieno di bietole o carciofi, prescinseua ligure (una cagliata fresca dal sapore acidulo), uova e maggiorana.

 

Torta pasqualina ph: buonissimo.it

CASATIELLO 

Il casatiello napoletano è un pane salato fatto con farina, strutto, formaggio, salame, ciccioli e uova.

Le sue origini sono antichissime, si fanno risalire alla Napoli prima greca e poi romana. Inizialmente servito durante le feste primaverili in onore di Demetra o Cerere per i romani, diventa poi simbolo della Pasqua cattolica: le strisce di pane che ingabbiano le uova rappresentano la croce su cui morì Gesù e la sua corona di spine, mentre la forma ad anello è un richiamo alla ciclicità della resurrezione.

Il nome “casatiello” deriva da “caseus” (“caso”) che nella lingua napoletana (cacio) vuol dire formaggio, e rimanda alla grande quantità che se ne trova al suo interno.

Casatiello napoletano ph: impastandoaquattromani.com

CASSATA SICILIANA

È un dolce della tradizione siciliana mangiato soprattutto a Pasqua, come testimonia un vecchio proverbio Tintu è cu nun mancia a cassata a matina ri Pasqua” (Meschino chi non mangia cassata la mattina di Pasqua).

Le origini della cassata risalgono al XI secolo, quando gli Arabi giunsero in Sicilia portando agrumi, pistacchi, mandorle e zucchero da canna. Si dice che un pastore un giorno unì ricotta e zucchero e chiamò questo dolce quas’at, cioè bacinella (dal nome del contenitore in cui aveva mescolato gli ingredienti). Il dolce subì un cambiamento quando alla corte palermitana i cuochi decisero di ricoprire l’impasto di ricotta e zucchero con uno strato di pasta frolla. Nacque così la cassata al forno. 

Nel corso delle varie dominazioni in Sicilia, la ricetta della cassata venne modificata, fino ad arrivare a quella attuale.

Questo dolce è talmente buono che nel 1575, il sinodo della diocesi di Mazara del Vallo lo riconobbe come dolce ufficiale della festa di Pasqua vietando il suo consumo in altri periodi dell’anno per non commettere peccati di gola, tuttavia al giorno d’oggi è possibile trovarla nelle vetrine delle pasticcerie durante tutto l’anno. 

Cassata siciliana ph: ilcuoreinpentola.it

E voi avete mai mangiato qualcuno di questi piatti tradizionali? Vi aspettavate che avessero una storia così antica?

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