Giordano e Farinaccio insieme per presentare “Tasmania”

Cosa c’è di meglio di una serata uggiosa, due scrittori straordinari e un ottimo libro? È in questa occasione ideale che noi alunni della 2ªA abbiamo partecipato, lo scorso 3 dicembre presso la libreria “Scritti & Manoscritti”, all’incontro con Paolo Giordano, scrittore e fisico, che presentava Tasmania, il suo nuovo romanzo, e la sua collega e amica Valentina Farinaccio. 

Tasmania è un libro che tratta di contemporaneità e allo stesso tempo del futuro, in bilico a causa delle catastrofi che nell’ultimo secolo hanno devastato l’umanità. Partendo da una crisi del protagonista, che non riesce a trovare risposte che soddisfino le sue domande, l’autore passa ad analizzare una crisi collettiva e di un’intera generazione. Ma nonostante questa premessa, il libro diffonde la speranza, quasi utopica, di trovare una salvezza semplice e rassicurante, come nell’eponima isola australiana. E così, partendo da un romanzo, il discorso si è orientato su temi contemporanei particolarmente delicati, come la salvaguardia del nostro pianeta e dell’intera umanità.

Nella sua conversazione con Valentina Farinaccio, l’autore ha spiegato come gli argomenti trattati nel libro gli stessero particolarmente a cuore, specificando che gran parte del romanzo è di origine autobiografica, tanto che il protagonista si chiama Paolo e anch’egli è un ex fisico diventato scrittore e giornalista. Con questo libro Paolo Giordano trasferisce le sue paure ed incertezze su carta, compreso il senso di totale impotenza del protagonista davanti agli orrori causati dalla bomba atomica a Hiroshima e Nagasaki.                                                                                                              

L’incontro è stato particolarmente appassionante e stimolante per noi studenti, che abbiamo avuto la possibilità di confrontarci e stare a tu per tu con scrittori e pensatori di altissimo livello.

Ad esempio, siamo stati felici di incontrare Valentina Farinaccio, di cui avevamo scelto un libro, Quel giorno, per il contest “Ad alta voce”, che si è svolto lo scorso aprile a scuola e a cui abbiamo partecipato con la nostra classe. A margine della presentazione in libreria, abbiamo scambiato due chiacchiere con Valentina. Si è presentata come una persona limpida, che con le sue parole dimostra tutta la sua schiettezza, senza aggiungere fronzoli. Si nota l’amore per la scrittura, in cui ha riposto tutte le sue emozioni. Con uno stile chiaro, fluido e diretto, sa guidare il lettore quasi tenendolo per mano, emozionandolo.

Com’è nata la sua passione per la scrittura?

È nata quando ero molto piccola, verso gli undici anni, durante il periodo delle scuole medie. A quell’età incominci ad avere dei momenti no perché ti senti sbagliato, in difetto e soprattutto non all’altezza, e così ho iniziato a trovare conforto nella scrittura. Però prima che questa passione diventasse consapevolezza è passato molto tempo. Ho iniziato a chiedere pareri agli altri sui miei testi e poi, pian piano, nella mia testa si è composto il sogno di diventare una scrittrice.

Come descriverebbe il suo mestiere da scrittrice?

Molto faticoso, e soprattutto incerto: ogni volta che finisco un libro ho quasi paura che non riuscirò più a scrivere un romanzo. Scrivere, infatti, richiede un grandissimo sforzo emotivo, creativo e anche fisico poiché, come diceva bene Paolo prima, “io scrivo sempre”. Significa scrivere non solo davanti a un computer ma in qualsiasi occasione pensare come si dovesse abbozzare un romanzo.

Come si possono coinvolgere i ragazzi nella lettura?

Con l’aiuto della scuola, attualizzando la proposta di lettura ai ragazzi. Gli insegnanti devono avere il coraggio di esplorare territori meno consueti, facendo in modo che non si leggano solo testi contemplati dal programma. Dovrebbero proporre libri usciti recentemente e invitare in classe gli autori. I ragazzi dovrebbero leggere libri che trattano argomenti più vicini alla vostra generazione come, ad esempio, Sally Rooney, giovane scrittrice di 28 anni che ammiro moltissimo. Ci vuole cura e attenzione nell’adattare la lettura ai giovani e non viceversa.

In riferimento al suo libro Quel giorno, che racconta un avvenimento, un attimo o una data che ha cambiato la vita di persone che sono passate alla storia, potrebbe individuare “quel giorno” nella sua esperienza personale?

Nella mia vita il momento in cui è cambiato tutto è stato quando un giorno, a tarda sera, mi è arrivato un sms ed era dell’allora editor della Mondadori, il quale diceva di aver letto il mio manoscritto e che il giorno seguente mi avrebbe chiamato per un contratto. Da quel sms è iniziata la mia attuale vita professionale ed è quindi quello il mio giorno.

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