Torre Flavia: seguendo le rotte migratorie

Nell’incantevole scenario dell’Oasi Naturale della Palude di Torre Flavia, l’ultima nel territorio a non essere stata bonificata nel corso del XX secolo, si svolge un evento straordinario grazie all’impegno instancabile dei volontari ornitologi.

L’importanza di questa palude è inestimabile. Qui, due volte l’anno, gli ornitologi volontari si dedicano alla cattura e al rilascio degli uccelli passeriformi. Questi vengono catalogati, misurati e anellati con cura, fornendo preziose informazioni sulle rotte migratorie e sulle variazioni comportamentali legate al cambiamento climatico e all’inquinamento. Il coordinamento di queste attività è curato dal Centro Nazionale di Inanellamento dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), mentre Corrado Battisti è, tra l’altro, il promotore delle iniziative con le scuole locali. L’ornitologo Daniele Iavicoli e la sua assistente volontaria, Ornella, guidano con passione questa ricerca, permettendo a tutti di vivere da vicino l’affascinante mondo degli uccelli migratori. Le informazioni ottenute vengono poi caricate su un grande database europeo.

Gli strumenti dell’ornitologo

Durante le catture, è stato possibile osservare specie affascinanti come il luì piccolo, il forapaglie e la cannaiola comune. Questi incontri ravvicinati ci hanno permesso di comprendere il delicato equilibrio della natura e l’importanza di preservare queste creature alate. Siamo riusciti a vedere anche lo spesso strato di grasso che viene accumulato sul ventre come provvista per il viaggio.

Dall’alto a sinistra, in senso orario: pettazzurro, pettirosso, forapaglie e luì piccolo

Grazie agli anelli con codici di provenienza, gli ornitologi hanno tracciato migrazioni sorprendenti, come quelle di un forapaglie castagnolo proveniente da Budapest, un pettazzuro da Praga e un pettirosso dall’Austria. Questi dati sono fondamentali per comprendere le complesse rotte migratorie degli uccelli.

Gli anelli con i codici identificativi

Il cambiamento climatico ha portato variazioni nei comportamenti migratori. Gli uccelli ora procrastinano la partenza a causa del ritardo del freddo e, secondo uno studio condotto in Svezia, aumentano molto di più la loro grandezza prima del viaggio. Le oasi come Torre Flavia diventano quindi punti vitali per riposarsi e nutrirsi durante il lungo percorso.

Le nuove tecnologie, come la geolocalizzazione con trasmettitori satellitari, stanno aprendo nuove prospettive nella ricerca, ma richiedono fondi finanziari che al momento scarseggiano. Inoltre possono essere applicate solo su uccelli di grandi dimensioni, come gabbiani, fenicotteri e rapaci. Tuttavia, progetti come ‘Piccole Isole’ sulla migrazione primaverile e ‘Piccole Alpi’ del MUSE di Trento stanno ampliando la nostra comprensione delle abitudini migratorie degli uccelli.

Per gli uccelli più grandi come i rapaci, vengono utilizzate targhette colorate visibili con i binocoli, evitando così catture complicate. Alcuni studi riguardano anche il bioaccumulo di pesticidi e metalli pesanti attraverso l’analisi del piumaggio, la diffusione di malattie, come l’influenza aviaria, e di zecche.

Con oltre diciotto specie di passeriformi catturate, tra cui martin pescatore, passero d’Italia, pendolino, verdone, pettirosso, merlo, tordo e saltimpalo, è fondamentale conoscere e proteggere la fauna selvatica del nostro territorio. Ascoltare il canto dell’usignolo di fiume diventa un richiamo alla consapevolezza, spingendoci a sostenere attivamente iniziative come quelle degli ornitologi. Proteggere la nostra preziosa fauna selvatica è essenziale per preservare l’equilibrio del nostro ecosistema minacciato da cacciatori, inquinamento e deforestazione.

Cartellone esplicativo del progetto

Consigliamo a tutti di dare un’occhiata al video pubblicato sulla pagina YouTube del giornale al link https://youtu.be/sB1rWRLUqZM?feature=shared e di andare a visitare la pagina Facebook ‘Amici di Torre Flavia’ per approfondire e rimanere aggiornati: https://www.facebook.com/amiciditorreflavia.

2 commenti su “Torre Flavia: seguendo le rotte migratorie”

  1. Sergio ha scritto:

    Cari Enea e Ilaria il vostro articolo è molto interessante e preciso nella descrizione dell’argomento, spero che abbia una forte diffusione.

  2. Lorenzo Fusilli ha scritto:

    Molto istruttivo e interessante che ci fa comprendere l’importanza della palude di Torre Flavia sia da un punto di vista naturalistico che scientifico.

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