Erri De Luca torna alla libreria “Scritti e Manoscritti”

È passato poco più di un anno da quando Erri De Luca ha incontrato per la prima volta i suoi lettori di Ladispoli, a metà novembre del 2017. Lo scorso 3 dicembre lo scrittore è tornato alla “Scritti e Manoscritti” per parlare del suo ultimo libro, Il giro dell’oca, edito da Feltrinelli. “Uno dei lavori più intimi che abbia scritto”, come lo ha definito lo stesso autore.

Una sera, mentre rilegge Pinocchio, un uomo sente la presenza del figlio che non ha avuto: il figlio che la madre – la donna con cui in gioventù lo concepì – decise di abortire. Alla fiamma del camino il figlio gli appare già adulto. Lui gli racconta, per tutta la notte, “un poco di vita scivolata”. E così ecco l’infanzia napoletana, la nostalgia della madre e del padre, il bisogno di andare via, di seguire la propria libertà, le guerre che ha vissuto ma anche i baci che ha dato.

Poi è il figlio a prendere la parola e il monologo diventa un dialogo. Il racconto diventa indagine che indaga sulla vita, sugli affetti, sulle scelte compiute e sull’importanza delle parole e delle storie.

De Luca descrive così la trama di questo libro. Durante l’incontro ha analizzato ognuno degli aspetti presenti nella storia. I primi anni a Napoli, l’abbandono della casa già ad un’età giovanissima. Gli anni trascorsi  con un gruppo di giovani rivoluzionari. Ragazzi di tutte le età che nel loro piccolo cercavano di portare dei grandi cambiamenti, sottolineando anche la “fortuna” che la sua generazione ha avuto nell’essere stata la prima a non dover sottostare all’obbligo militare. 

Riesce inoltre ad aggiungere anche aneddoti divertenti: si presenta, Erri De Luca, come una persona umile ma persuasiva, dotata di un acuto senso dell’umorismo. Rimane in piedi per tutta la durata dell’incontro, per riuscire a guardare in viso tutte le moltissime persone presenti, assecondando ogni richiesta e rispondendo a ogni domanda.

Presto il libro diventa un pretesto per parlare di altro, di tutto. Racconta che diventare scrittore è stata una cosa inaspettata, che gli si è presentata “nel bel mezzo della strada” dopo aver fatto molti altri lavori manuali in Italia e all’estero, come l’operaio in fabbrica a Napoli dopo il terremoto, il muratore in Francia, il volontario in Africa, dove ha contratto la malaria, e anche l’autista di convogli umanitari durante la guerra nell’ex Jugoslavia.

A questo proposito apre una parentesi molto intensa, descrivendo alcuni aspetti del conflitto. Nel 1999, racconta, riuscì ad arrivare in Serbia proprio durante il periodo dei bombardamenti della Nato. Si sofferma sul ricordo delle sirene dell’allarme aereo. Rivela che proprio in quei momenti drammatici era riuscito ad avvertire quella libertà che stava inseguendo da sempre, lontano dalla sua città.

I suoi lettori gli hanno chiesto un’opinione su temi diversi: la politica, i figli, l’aborto, i giovani, la società di oggi. Erri De Luca è riuscito a fornire una risposta sincera e precisa ad ognuna di queste domande, accompagnandole con un sorriso. Gli applausi hanno fatto da contrappunto a un incontro davvero speciale. 

Immagine di copertina: Marco Molea – Scritti e Manoscritti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.